martedì 15 dicembre 2009

Conclusione del percorso del convegno

Famiglia oggi: radici e ali



Dopo aver condiviso le emozioni, e le immagini pregnanti dell’esperienza del Convegno, passiamo ad un terzo ed ultimo passaggio, che può costituire anche il RITUALE DI CONLCLUSIONE del Convegno: possiamo condividere la SPINTA IN AVANTI che ha dato il convegno ad ognuno di noi, e quindi a tutti noi insieme. C’è un granello di oro, adesso, nella nostra vita di famiglia, che incominciamo ad individuare dopo essere tornati nella normalità quotidiana. E’ la spinta di fiducia a cambiare qualcosa, che è ci rimasta dentro.


Il rituale di chiusura è un invito a parlare a turno, più di una volta, lasciandoci il tempo di riflettere, ascoltare, per individuare l’apertura che si sta creando in noi, sulla spinta di questo percorso.


COMUNICHIAMO IN UN MOVIMENTO CIRCOLARE, COME SI FA CON IL TALKING STICK. E’ una forma di comunicazione dei nativi lakota. Ci si siede in cerchio, ad indicare che ognuno ha la stessa importanza di tutti gli altri. Ognuno, dal posto nel cerchio in cui siede, ha sperimentato una prospettiva, un punto di vista particolare ed unico.


Meglio se sediamo sulla terra, a contatto con la Madre di tutte le cose. Chi guida il cerchio ha portato un bastoncino, carico di energia. Lo passa alla prima persona che siede alla sua sinistra. La persona lo prende con rispetto tra le mani. Nel bastoncino c’è la piena attenzione di tutti quelli che sono seduti insieme. Gli conferisce l’autorevolezza di essere ascoltato con rispetto di ciò che esce dal suo cuore, come verità che sente in sé in quel momento. Chi regge il bastoncino tra le mani assume l’impegno di pronunciare solo parole che portino la verità che c‘è nel suo cuore, o piuttosto tacere.


Da qui in poi visualizziamo ognuno dei partecipanti che a turno prende in mano il bastoncino per onorare la verità di ciò che ha sperimentato. Forse non tutti troveranno le parole, o il coraggio di condividerle. Ma ognuno terrà tra le mani per un attimo il bastoncino della parola, e sarà a distanza onorato anche nel silenzio della sua verità.


Possiamo porci alcune domande.


C’è una consapevolezza, un desiderio che ha preso forza in me con il percorso sulla famiglia?


Di cosa sento il bisogno adesso per rivitalizzare la mia famiglia?


A chi sento di allargare il senso di appartenenza a essere famiglia, ora?


Come mi sta facendo viaggiare, cambiando la mia percezione di me in famiglia, lo specchio dell’Arcano con cui sono entrato/a in Famiglia Oggi?


Rispondiamo alla domanda che ci risuona …..


Un saluto dal cuore a ognuno di noi, e grazie per il cammino che abbiamo condiviso, creando uno spazio di consenso su come desideriamo che diventi per noi la Famiglia, Oggi.

Chiara Sozzi

sabato 5 dicembre 2009

Il Convegno Famiglia Oggi:

L'esperienza di come creare una condivisione di intenti che unisce profondamente in un senso di appartenenza


L’ELABORAZIONE DEL CONVEGNO

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In fase di progettazione si pensava che i due mesi successivi al convegno sarebbero stati dedicati ad elaborare i contenuti teorici emersi. Avremmo ripreso gli interventi, espandendone i passaggi, commentando, chiedendo eventuali chiarificazioni ai relatori. La comunicazione attraverso il blog ha portato invece in una direzione emozionale ed affettiva. Introdurre spunti di riflessione teorica avrebbe spezzato il flusso di onde emozionali, mosse a volte dalla singola comunicazione di un partecipante, a volte da sinergiche risonanze. C’è un’onda lunga di condivisione. La risonanza dell’esperienza sta andando in profondità, dove sembra a tratti riposare, per poi riconsegnare, ognuno con i propri tempi, un’elaborazione del proprio vissuto. Si è creato un tacito accordo di restare nello stesso spazio di attenzione in cui eravamo sospesi durante il convegno, e di comunicare su quel piano: il contatto con la nostra esperienza sincera di relazione, di amore, di famiglia.

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Dal percorso del Convegno famiglia Oggi, radici e ali è emersa percepibilmente la RICCHEZZA DI UNA COMUNICAZIONE SINCERA DI PERSONE COMUNI, CHE VIVONO UNA NORMALE VITA DI FAMIGLIA, COME TUTTI SIAMO.

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Sembra che l’elaborazione più forte sia: è prezioso non chiudersi in una realtà a senso unico, mononucleare, in cui la relazione tra me e te, genitore, compagna /o , figlia /o si esaurisce nel gestire separazioni, tensioni che non siamo noi a creare. Il problema nasce per tutti dalla percezione di famiglia come di una realtà chiusa nella gabbia di interazioni superficiali, giocate solo in orizzontale, in cui siamo privati dei valori ideali profondi /elevati, che portiamo in noi. Una percezione impoverita di famiglia ci riduce alla stessa triste realtà dei polli che chiudiamo negli allevamenti. In realtà sappiamo di essere aquile, e di poter spaziare in orizzonti estesi, salendo a vedere la vita da altezze da brivido. La relazione a due genitori / figli, partner in coppia, può vibrare nella vastità di panorami sconfinati, o soffocare nella gabbia di rapporti automatici di un nucleo familiare asfittico. Se percorriamo la risonanza del succo di tutti gli interventi che abbiamo fatto scorrere nei due giorni, SENTIAMO CHE PER STARE BENE NELLA NOSTRA FAMIGLIA C’E’ UN DI PIU’ A CUI ABBIAMO BISOGNO DI RICOLLEGARCI.

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ABBIAMO MESSO IN SCENA QUEL DI PIU’ CHE FA LA DIFFERENZA CON DIVERSI NOMI, SCENARI, CONTENUTI. Il messaggio sotteso era in effetti che non importa proprio come ognuno di noi senta di chiamarlo, o come, dove, pensa di trovarlo. Nell’apertura del convegno avevamo lanciato la proposta di CREARE UN CONSENSO CONDIVISO SU CIO’ CHE DESIDERIAMO SIA PER NOI LA FAMIGLIA. Comunque sarebbe stato qualcosa di prezioso come l’oro. E lo avremmo raggiunto cercandolo insieme. Fin qui sembra che l’abbiamo trovato nel tessere una REALTA’ PIU’ ESTESA, CHE IN MOLTI, da luglio ad adesso, ABBIAMO CHIAMATO AMORE, e sulla quale ci siamo ampiamente detti cosa intendiamo.

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MUOVERSI IN VERTICALE VERSO L’ALTO O IN PROFONDITA’ DENTRO DI NOI, ( il proprio Centro, la Coscienza superiore, Dio, valori archetipici o etici, etc.) O IN ORIZZONTALE ( un nucleo più grande di progettualità condivisa, che non resta chiuso nell’attaccamento morboso del rapporto ‘me e te’ ) NON SONO DIREZIONI DIVERSE: una implica l’altra e la attiva di conseguenza. E la realtà più espansa che raggiungiamo modifica il nostro vissuto di realtà circoscritta di famiglia. Nella visione che stiamo creando insieme, la nostra famiglia è come un frattale in un tutt’uno olografico: in ogni parte risuona tutto quello che c’è nel tutto complessivo. Se raggiungiamo la realtà di una FAMIGLIA ESPANSA CHE C’E’ DENTRO E FUORI DI NOI, allarghiamo l’orizzonte di quello che siamo nella nostra stessa famiglia.

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Se ci mettiamo in ascolto dei fili delle nostre vite che abbiamo avvicinato nei tre mesi di preparazione al convegno attraverso la comunicazione del blog, nei due giorni di convegno, e in questo mese dopo il convegno, possiamo percepire un’aggregazione translucida di immagini interiori, sensazioni, suoni, emozioni che fa di noi un tutt’uno dinamico, come nell’immagine all’inizio dell’articolo. Questo NOI IN MOVIMENTO è lì e c’è, anche quando non prestiamo attenzione. E’ una riserva di energia a cui possiamo attingere , immettendone altra, quando sentiamo di farlo.

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UN LABORATORIO PER ‘FARE FAMIGLIA’

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QUANDO CI COLLEGHIEMO ALL’ASCOLTO DELLA NOSTRA AUTENTICITA’ E DECIDIAMO DI CONDIVIDERLA, SI CREA UNO SPAZIO DI COMUNICAZIONE CHE HA VITA PROPRIA E UNA PROPRIA ANIMA. Vibra sulle note dell’autenticità, del coraggio, del rispetto, della creatività, dell’amore. E’ UNA COMMUNITY, in cui si entra ed esce ricevendo ed immettendo comunicazione, senza vincoli, dando fiducia al fluire del desiderio di esserci e di ‘cucinare’ qualcosa di buono che rimodelli la famiglia ( come nel sogno condiviso da Partecipazione/undici/1).

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E’ UN MODELLO DI PARTECIPAZIONE CIRCOLARE, che al centro ha un nucleo di consapevolezza su ciò che ha fatto male alla famiglia e l’ha svuotata. L’esperienza di persone che hanno camminato a lungo ‘in tutti i tipi di mocassini’ per dirla come i nativi lakota, e conoscono le fatiche, le tristezze, le delusioni, le ferite proprie ed altrui dell’esperienza di famiglia a tutti i livelli. Ed hanno sciolto l’illusione dell’irrimediabilità, traendone il coraggio di capire, credere ed amare.

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Abbiamo bisogno di imparare a entrare in contatto con questo spazio dentro di noi in cui vibriamo sulla verità dei nostri sogni e sul riconoscimento della loro preziosità. Abbiamo bisogno di aprirci a farlo diventare comunicazione rispettosa con chi c’è intorno a noi, e azioni nuove, che creano collaborazione. La collaborazione ci potenzia.

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L’elaborazione personale dell’esperienza del convegno di Marina Traversi ( Intervento al convegno: ‘ Alle radici delle storie d’amore … la vita ’ ) è stata : ‘Parlando al convegno, in mezzo a quelle persone, ho sentito che non avevo più bisogno di tenere chiuso in me quello in cui normalmente non ci siamo sentiti riconosciuti. Ho potuto condividere con gli altri la percezione dell’amore che c’è in me. Mentre raccontavo la mia sofferenza, la mia condizione di isolamento si scioglieva, perché SENTIVO L’AMORE DELLE PERSONE CHE ASCOLTAVANO. L’amore è passato e ci ha fatto vibrare insieme. Ci ha fatto elevare. STAVAMO INSIEME CERCANDO UNA VIA. Mi sono sentita amata da ciascuna persona che era lì presente. E HO VISTO LA POSSIBILITA’ DI SENTIRMI IN UNA FAMIGLIA ALLARGATA IN CUI ERO RICONOSCIUTA IN CIO’ CHE SONO. E se l’amore ha potuto esprimersi in uno spazio temporale così piccolo di mezz’ora, con persone che non mi avevano mai visto, abbiamo creato una possibilità: l’amore può non avere più limiti’.

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Il Percorso del Convegno è stato un LABORATORIO in cui abbiamo incominciato a CREARE INSIEME LA FAMIGLIA CHE DESIDERIAMO, nel modo in cui la desideriamo. Siamo lontani dalla perfezione, ma abbiamo incominciato a riconoscere LE MODALITA’ E GLI STRUMENTI.


RITUALE DI CONCLUSIONE DEL PERCORSO DEL CONVEGNO

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Dopo aver condiviso le emozioni, e le immagini pregnanti dell’esperienza del Convegno, potremmo passare al terzo ed ultimo passaggio, che può costituire anche il RITUALE DI CONCLUSIONE del Convegno: LA COMUNICAZIONE DELLA SPINTA IN AVANTI/IN ALTO che ha dato il convegno ad ognuno di noi. E quindi a tutti noi insieme. C’è un granello di oro, adesso, nella nostra vita di famiglia, che incominciamo ad individuare dopo essere tornati nella normalità quotidiana: quello che è rimasto dentro come spinta a cambiare qualcosa.

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Il rituale di chiusura è un invito è a parlare a turno, anche più di una volta (abbiamo tutto il mese ed anche l’inizio del prossimo...) , lasciandoci il tempo di riflettere, ascoltare, individuare l’apertura che si sta creando in noi, sulla spinta di questo percorso.

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COMUNICHIAMO IN CERCHIO, CON IL TALKING STIK. E’ una forma di comunicazione appresa dai nativi lakota. Ci si siede in cerchio, ad indicare che ognuno ha la stessa importanza di tutti gli altri. Meglio se siamo seduti sulla terra, a contatto con la Madre di tutte le cose. Chi guida il cerchio ha portato un bastoncino, carico di energia. Lo passa alla prima persona che siede alla sua sinistra. La persona lo prende con rispetto tra le mani. Nel bastoncino c’è la piena attenzione di tutti quelli che sono seduti insieme. Gli conferisce l’autorevolezza di essere ascoltato con profondo rispetto di ciò che esce dal suo cuore, della verità che sente in sé in quel momento. Chi regge il bastoncino tra le mani assume l’impegno sacro di pronunciare solo parole che portino la verità che c‘è nel suo cuore, o piuttosto tacere.

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Da qui in poi visualizziamo ognuno dei partecipanti che a turno prende in mano il bastoncino per onorare la verità di ciò che ha sperimentato. Forse non tutti troveranno le parole, o il coraggio di condividerle. Ma ognuno terrà tra le mani per un attimo il bastoncino della parola, e sarà onorato anche nel silenzio della sua verità.

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C’è una consapevolezza, un desiderio che ha preso forza in me con il percorso sulla famiglia?

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Di cosa sento il bisogno adesso per rivitalizzare la mia famiglia?

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A chi sento di allargare il senso di appartenenza a essere famiglia, ora?

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Come mi sta facendo viaggiare, cambiando la mia percezione di me in famiglia, lo specchio dell’Arcano con cui sono entrato/a in Famiglia Oggi?

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Rispondiamo alla domanda che ci risuona ….. Un saluto dal cuore a ognuno di noi, e grazie per il cammino che abbiamo condiviso. Quando sarà conclusa l’elaborazione del percorso del Convegno ci ritroveremo nei progetti che stanno scaturendo da questa esperienza comune.

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Ci sono tre direzioni fondamentali, che verranno via, via, presentate nei tre spazi a seguire:

  • I PERCORSI di CRESCITA INTERIORE nelle relazioni familiari
  • I GRUPPI di PROGETTUALITA’ CONDIVISA genitori-figli / famiglie / famiglia umana-famiglia planetaria
  • La creazione di uno spazio di comunicazione costante, come LABORATORIO di una COMMUNITY FAMIGLIA


D.ssa Chiara Sozzi
Esperta di Relazioni Familiari
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Percorsi di crescita interiore sulle relazioni familiari

Il percorso del Convegno ha evidenziato come alla base della maggior parte dei disagi che viviamo in famiglia nasca dai nostri vissuti disarmonici di Figli che non abbiamo ancora del tutto sciolto. Risanare il bambino interiore, è il passo fondamentale per poter creare una famiglia sana.

Il bambino interiore è il nucleo di coscienza fonte delle emozioni, di come percepiamo le esperienze affettive, e dei desideri e sogni più veri. E’ il depositario del nostro potenziale di amore. In questo spazio verranno inserite le presentazioni dei percorsi di Crescita Interiore sulle relazioni familiari organizzati da Il Melangolo, da 2013gate, da VivereConGioia.
  • PERCORSI DI GRUPPO

Emozioni, sintomi, comunicazione nella coppia
Armonizzare la Famiglia e le nostre Radici
Con Marina Traversi


Percorso di armonizzazione personale e familiare

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Presentazione e 1° incontro

sabato 16 gennaio 2010


c/o Body Mind Center

Via C. Mortari, 20 - Salò (BS)

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Incontri successivi

(è possibile inserirsi nel persorso in qualsiasi momento)

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31.01.2010

21.02.2010

21.03.2010

18.04.2010

23.05.2010

13.06.2010


Per iscrizione: info@ilmelangolo.org


PRESENTAZIONE DEL PERCORSO, a cura di Chiara Sozzi


Le emozioni che reprimiamo, per l’incapacità che abbiamo di ascoltare i nostri bisogni profondi, o che ci portano ad esplodere in modo incontrollato, causano disarmonia in noi. La percepiamo come sintomi fisici, come stati mentali (sensazione di solitudine, depressione), o come problematiche relazionali.


Lavorando su di noi i problemi possono cambiare. I nostri vissuti possono essere riorganizzati in un modo positivo, sia rispetto alla vita personale, che nella coppia.


II rapporto di compensazione dei reciproci bambini interiori feriti che si crea nella coppia, si riversa anche sui figli, che sono portati ad impiegare la loro energia per ascoltare i bisogni dei genitori, e ad immedesimarsi nel ruolo che compensa lo squilibrio del sistema, aiutandolo a reggersi in piedi. Lo squilibrio energetico che si è creato si tramanda nelle generazioni, così che si può manifestare in noi o nei nostri figli, indipendentemente dalla dinamica relazionale dell’attuale famiglia.


Lavorando su noi stessi possiamo lavorare anche sulla coppia e sui figli.


Scarica il pdf

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Progettualità condivise

I gruppi di rete genitori/figli - famiglie - famiglia umana/famiglia planetaria

Rete di contatto genitori/nonni – figli

Mentre ognuno di voi prosegue la sua elaborazione personale sui vissuti di famiglia, coppia, genitori, che seguono il Percorso di Famiglia Oggi, vi rinnovo una segnalazione:

l'incontro a Damanhur (Ivrea)
il 20 marzo 2010
per chi ha bambini (0/12 anni) o preadolescenti e adolescenti.

Rita Bochicchio (Gazzella) e Memè Susanna ( Iride), relatrici della giornata NOI FIGLI NOI GENITORI ( e del fantasmagorico gioco dei fogli colorati !), hanno organizzato una giornata dedicata a chi sta scegliendo consapevolmente il percorso educativo da offrire come opportunità di crescita ai propri figli.
La giornta è infatti dedicata a

'L'importanza del campo scuola-famiglia'


Ci sarà un pranzo insieme in cascina, e sarà l'opportunità di rivedersi e raccontarsi gli ultimi due mesi. Alle 14.20 faremo due gruppi di scambio per genitori di bambini e per genitori di pre-adolescenti ed adolescenti.

Alle 16.30 la conferenza 'Educazione intenzionale a scuola ed in famiglia'.

--> Vedi pdf per il programma dettagliato. La visita guidata ed il pranzo sono da prenotare.

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Seconda segnalazione:

Grazie all'energia che abbiamo liberato nell'incontro precedente di scambio tra madri di bambini il 16 gennaio a Damanhur, nell'area Milano - Como - Lecco - Varese- Pavia - Vercelli - Alessandria sta riattivandosi un

Cerchio di donne

Il primo cerchio era nato negli anni 90 con 2013gate. Quello attuale è tuttora catalizzato da me, coadiuvata da 7 donne che hanno fatto precedentemente un percorso di crescita approfondito sul femminile con il Metodo Shifting di Coscienza.
Se ci sono donne del Percorso Famiglia Oggi interessate a partecipare mi possono contattare per avere informazioni più approfondite.

E' un gruppo di donne, non esclusivamente di madri, ed uno dei suoi obiettivi è di unire trasversalmente le donne in quanto tali, al di là del loro status sociale di madri / nonne o single senza discendenza, per darsi energia e potenziare il proprio allineamento sull'energia femminile.

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Sabato 16 gennaio 2010

a Baldissero Canavese (To), ospiti di Damanhur e del

PERCORSO GERMOGLI DI UNA NUOVA SPECIE

  • h. 11 - Incontro di conoscenza e gioco genitori, nonni e bambini di Famiglia Oggi , con Chiara Sozzi e Memè Susanna
  • h. 14 - Gruppo di lavoro mamme: i primi passi per supportarsi a vicenda, potenziare le proprie intenzioni educative, fare progetti con altri nel proprio luogo di residenza , con Rita Bochicchio, Memè Susanna, Chiara Sozzi
  • h. 16.30 - Conferenza Chiavi e codici di comunicazione con i bambini, capirsi per crescere insieme, D.ssa Chiara Sozzi

Altri particolari organizzativi:

- Alle 12.30 pranzo al ristorante di Damanhur Crea ( prezzo molto contenuto – prenotazione entro il 10 gennaio )
- Nel pomeriggio papà, nonni, nonne potranno continuare a giocare con i bambini , supportati da un’animatrice di Damanhur
- Durante la conferenza un’animatrice di Damanhur intratterrà i bambini – Possibilità di baby sitting individuale per i piccoli ( con prenotazione e contributo di circa 10 € ).

Informazioni e prenotazioni: 0124.512175 (orari ufficio) dheducation@damanhur.it

Ritrovo: h. 11 in Via Pramarzo, 3 – Baldissero Canavese
(sul satellitare Google segnalato come Federazione di Damanhur)

Segnala la partecipazione a
chiarasozzi.convegno@ilmelangolo.org per essere aggiornato/a sui particolari organizzativi.

Se sei genitore o nonno segnala il tuo interesse a partecipare al gruppo RETE DI CONTATTO GENITORI / NONNI – FIGLI , per essere comunque informato /a delle opportunità, degli incontri , delle elaborazioni comuni che emergono dai gruppi, e per ricevere le comunicazioni degli altri genitori / nonni.
Sarai inserito in una mailing list specifica.


CONFERENZA


Chiavi e codici di comunicazione con i bambini, capirsi per crescere insieme

D.ssa Chiara Sozzi


PERCORSO GERMOGLI DI UNA NUOVA SPECIE

16 gennaio 2010 - Damanhur Crea, Baldissero Canavese (To)


I genitori e le persone impegnate ad offrire a bambini ed adolescenti relazioni rispettose, con cui possano crescere secondo i propri codici evolutivi, si trovano ora di fronte ad una consistente sfida. Hanno bisogno non solo di capire la loro chiave unitaria di interpretazione della realtà, ma anche di disintossicarsi da emozioni e convinzioni profonde di cui spesso non sono consapevoli, condizionate dalla chiave di percezione con cui sono stati modellati dalla precedente matrice umana. Senza questo movimento per una reale trasformazione interiore, rischiano l’inefficacia educativa, o di suscitare, con le proprie modalità di relazione, la ribellione ad un messaggio comunicativo che risulta inevitabilmente contraddittorio.



La partecipazione è gratuita.

Informazioni: 0124.512175 –
dheducation@damanhur.it

Inizio h. 16.30 - Via Baldissero, 21 – Vidracco
(Sul satellitare Google : Segnalato come Supermercato biologico Tentaty)
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Community Famiglia

Per creare con l'interscambio e la comunicazione un consenso condiviso sugli aspetti che vogliamo cambiare nel modo di vivere la famiglia.
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lunedì 16 novembre 2009

Le immagini interne sulla condivisione di intenti sulla famiglia, oggi

Il Convegno Famiglia Oggi si è concluso da due settimane. Nei primi dieci giorni molti di noi hanno trasmesso l’onda di emozioni suscitate. L’invito in apertura del Convegno era di metterci in gioco tutti, anche se non ci sarebbe stato spazio per domande o commenti alla fine di ogni relazione. Non ci sarebbero stati nemmeno spazi di comunicazione in orizzontale in gruppo ed intergruppo. Ho evocato un suggerimento dell’antica scuola tolteca dei sognatori di ‘scrivere col dito’ nello spazio di coscienza comune che avremmo creato, tutto quello che si sarebbe mosso emozionalmente e come insight di consapevolezza in ognuno di noi. Avevo promesso che le voci fondamentali nel dire ciò che vogliamo diventi la Famiglia Oggi, non sarebbero state quelle dei relatori, ma di chi ascoltava. Ed ecco l’immagine dell’ascolto partecipato, pieno di ciò che siamo, che abbiamo creato. 'Se posso commentare il momento più emozionante di tutto il Convegno è stato…SUBITO!!!! Sabato mattina...Come se lo avessi aspettato tanto.'Ha scritto Partecipazione /cinque/2.

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COSA CI HA PORTATI FIN QUI, cosa ha mosso tanta attesa prima, ed emozione durante e dopo il Convegno? Proviamo a rispondere insieme, perché è sempre incredibile quando accade. Io vedo il fattore sincerità, verità, trasparenza, nel metterci in contatto con la parte di noi che è ancora prioritaria e pregnante di sentimento: la nostra dimensione personale di Famiglia. La voce ufficiale della Presidenza Apei, (Associazione Pedagogisti Educatori Italiani) ha inoltrato questa comunicazione alla mailing list ‘Cari colleghi, torno dal Convegno sulla famiglia, … organizzato in una magica Abbazia vicino al Garda. Stanze senza televisione, letti rigidi, brodino a cena… a parte questo il Convegno è stato denso di emozioni e suggestioni...Non c’erano i soliti tromboni a parlare della famiglia degli altri. C’erano FAMIGLIE vere che parlavano di sé . E parlando di sé affrontavano tutti i temi con cui abbiamo a che fare ogni giorno nel sociale.

Si attraversavano vissuti personali,racconti, emozioni, sofferenze umane raccontate dai protagonisti. Ma si cercavano anche risposte, progetti, idee. Sono partito carico della mia Palermo, dei miei quartieri, della violenza sui giovani, sulle donne, della violenza vissuta e agita in famiglia.

Mi sono convinto che i convegni sulla famiglia DEVONO organizzarli le ‘famiglie’ , che per immediatezza e capacità di linguaggio, toccano il cuore e la mente. Chiara ci ha accompagnati in questo viaggio, da buon pedagogista, facendoci attraversare un ponte verso noi stessi, verso la nostra famiglia … Io continuo il mio viaggio, ma con un poco di calore in più nel cuore. ‘ L’interscambio è avvenuto, perché ci siamo sintonizzati, tutti, su una comunicazione totale. Quando questo avviene non fa differenza chi parla, chi canta, chi interpreta un testo narrativo, chi ascolta, assiste, elabora.

Abbiamo toccato la realtà che sperimenta in famiglia ognuno di noi, relatori e partecipanti, presenti senza maschere. I racconti, le letture, le brevi comunicazioni artistiche che abbiamo elaborato dal vivo sul tema della ricerca dell’Amore totale, ci hanno trasportati in mondi simbolici universali. Le evocazioni poetiche del racconto L’Albero che torna a fiorire, di Hyemeyhosts Storm, ci hanno ricordato che intuitivamente già conosciamo uno spazio di integrazione armonica tra le parti di noi. Il racconto eroico di Tristano ed Isotta ci ha permesso di oggettivare il senso innato di drammaticità che accompagna i nostri innamoramenti e le nostre separazioni .


Le canzoni ci hanno fatto viaggiare in profondità, su onde di suono e ritmo che hanno parlato a parti di noi aperte al SENSO DI UNIONE, come ‘One’.

Oppure sono riuscite a farci sorridere, per qualche minuto almeno, delle nostre convinzioni illusorie sull’amore, tanto ingenue, quanto drammatiche come in ‘ La canzone dell’amore capovolto ’.


Siamo andati a contatto con nuclei sconcertanti della vita di coppia: la perdita di connessione con la naturelezza istintiva che potremmo avere nel vivere la sessualità, o l’incomprensione reciproca che ci porta a doverci separare per mantenere la nostra integrità . Abbiamo condiviso partecipi la comunicazione coraggiosa di relatrici che hanno parlato in prima persona dell’esperienza di separazione coniugale. E l’evocazione di un relatore dei momenti in cui nella comunicazione finiamo completamente fuori centro, raccogliendo, ahimè, l’energia ( DEMONE) dello scontro. E l’immagine pregnante del CONO in cui siamo proiettati dal nostro passato storico nel progettare la nostra dimensione di famiglia?




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Gli spazi artistici dello spettacolo: il sogno di vita di un amore semplice di un donna per il proprio uomo di Song for two, l’amore sincero per il Me Stesso totale e imperdibile di Higher Love.

Le nostre radici dell’amore nel femminile e nel maschile, nello spirituale e nel materiale dei primi Arcani e quello che recuperiamo in noi, raccordandoci a quell’antica consapevolezza.
E poi …. il gioco delle rotture d’amore con le carte colorate, che ha liberato i nostri bambini felici.


Queste sono state le principali emozioni comuni, nate da esperienze esterne, che abbiamo potuto fissare in immagini.
Ma c’è ancora molto altro da radicare e condividere, se abbiamo il coraggio di entrare nella terza fase del progetto: CREARE UN CONSENSO CONDIVISO fondando nuove verità nella consapevolezza comune. Ognuno di noi ha immagini pregnanti di situazioni esterne sfuggite alla macchina fotografica, o fatte solo di un’emozione provocata forse solo da una parola, o da una situazione che potrebbe essere stata significativa solo per noi, ma che allargherebbe la realtà che abbiamo tracciato sulle radici e sulle ali della famiglia se decidessimo di comunicarla.

Lancio un invito. Troviamo le immagini interne personali, che sono sopravvissute nelle due settimane di vita lavorativa e familiare trascorse dal convegno. Sentiamo la profondità del messaggio che contengono. Proviamo a diventarne consapevoli. E, se possibile, portiamo anche la nostra parola personale nella trama che è stata fin qui intessuta. Le fissazioni limitanti dell’esperienza familiare che abbiamo in comune sono il senso di scarsa autostima, di inadeguatezza, che sfociano in un atteggiamento di chiusura egocentrica. Tanto a chi interessa quello che ho scoperto io …. E se fosse invece veramente importante che anche IO mi metta in gioco ? Se il gioco fosse la partecipazione di ognuno, perché il puzzle si completi ? In famiglia abbiamo perso l’amore per la nostra verità, abbiamo smesso di credere alla sua preziosità. La verità è viva quando la comunichiamo. La nostra Parola è sempre importante, quanto quella di chiunque altro, anche se ci dicevano che … ‘I genitori sono nati prima, quindi sanno loro quello che è giusto ! ‘
Quando radichiamo una nostra esperienza in un nostro spazio di consapevolezza, rendendola la nostra verità, costruiamo una parte del centro di noi stessi, che in Famiglia normalmente viene svenduto. La verità del vissuto di ognuno di noi, è ciò che questo percorso del Convegno ha creato fin qui. E’ il momento di fondare un nuovo atteggiamento nella dimensione familiare : il RISPETTO CHE OGNUNO DI NOI DEVE ALLA VERITA’ DI CIO’ CHE HA VISSUTO E SPERIMENTATO stando insieme agli altri. LA GENEROSITA’ NEL CREDERE CHE LA NOSTRA VERITA’ SIA IMPORTANTE PER TUTTI. Chi ci sta?

D.ssa Chiara Sozzi, Terapeuta delle Relazioni familiari

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Segnalazione eventi

- Sabato 21 novembre, h. 16,30 - Prabhat sarà a Damanhur con
'Le storie sono il cibo dell'anima'
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Scarica Pdf
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Sarà anche l'occasione, se ci sarà qualcuno di voi, per approfondire l'intervento, appena accennato al Convegno, sulla possibilità di realizzare progetti familiari di Organizzazioni scolastiche o parascolastiche.

Comune di Vidracco - Torino - info: 0124.512175 , oppure cell. di Gazzella 328.1205015 - Partecipazione gratuita

Se segnalate la partecipazione con i vostri bambini, i ragazzi di Damanhur vi offrono un servizio baby sitter gratuito ... con la lettura di storie edite da Bambini Nuovi ( la casa editrice di Prabhat). Segnalate con anticipo la presenza e l'età ....
Vi allego la copertina di una delle storie .... per invogliare voi e i vostri bambini a venire.



- Sabato 28 novembre, h. 20 - Monica Antonioli metterà in scena
'I 22 volti dell'Amore'
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(tutti gli arcani maggiori!) - Con la compagnia degli Zelattori (la stessa del Convegno, al completo) , regia di Monica Antonioli

Presso l'Auditorium di Villa Milesi - Palazzo del Comune , Lovere (Bergamo)
info Monica 348.4112057 - Partecipazione 20,00 Euro



giovedì 5 novembre 2009

Il Convegno Famiglia oggi: Una mappa di emozioni








Abbiamo rotto la fissità di schemi del

passato sulla famiglia, dando LIBERTA'

di MOVIMENTO ALLE EMOZIONI.














Abbiamo messo insieme le nostre
RISORSE


Ci siamo coinvolti con TUTTI NOI STESSI.
Abbiamo partecipato in modo totale, mettendoci IN GIOCO.


Abbiamo lasciato TRACCE VISIBILI del MOVIMENTO COMUNE.



Abbiamo creato MAPPE della nostra FUSIONE DI INTENTI.





E abbiamo detto: questo è il NOI che siamo insieme!

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Da qui la parola a voi partecipanti, relatori, staff, organizzatori.

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Diamo voce ai nostri vissuti!


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domenica 25 ottobre 2009

Indicazioni per la navigazione nel blog


Benvenuti nel nostro spazio di comunicazione di Famiglia Oggi.
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In questo primo post sarà costantemente mantenuta la PRESENTAZIONE DEL CONVEGNO
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Cliccando sui titoli a segiure è possibile accedere alla documentazione essenziale per conoscerne le principali caratteristiche e le modalità di partecipazione.
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IL BLOG HA LA DUPLICE FUNZIONE DI:
1. spazio di presentazione per mettere a disposizione di tutti il vasto materiale prodotto
2. forum che attiva già da ora lo scambio tra organizzazione – partecipanti – relatori.
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NELLA COLONNA DI DESTRA POTETE TROVARELA COMMUNITY DEL BLOG:
- Percorso di preparazione al Convegno
- Comunicazioni del Team di Formazione
- Comunicazioni libere degli iscritti al convegno
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NELLE PUBBLICAZIONI A SEGUIRE:
- Presentazione del Convegno
- Comunicazioni postate nel mese con i commenti
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PRESENTAZIONE DEL CONVEGNO:
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Reti di famiglie: Reti d'amore, consapevole, in azione

Percorso di Preparazione al Convegno Doc_11

Come trovare serenità a livello profondo?
Come ancorare noi stessi e le relazioni d’amore, di affetto, che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo, a una certezza basata su una padronanza interiore che l’amore c’è, e può essere vissuto con sempre meno rischio di sofferenza?
Come programmare in modo più efficace le modalità quotidiane con cui ci relazioniamo? Come assegnare nuovi valori al maschile ed al femminile dentro di noi?
Come vivere l’attrazione sessuale e, ancora oltre, il magnetismo tra noi ed i nostri figli, in modo sano, creativo?

Tutto questo ci coinvolge a GUARDARCI DENTRO, PER ESSERE MIGLIORI FUORI.
E sappiamo che IL MODO IN CUI E’ AL MOMENTO OGNUNO DI NOI, E’ CONNESSO A UN SOGNO COMUNE, creato con convinzioni, sentimenti, reazioni istintive ‘scritte’ dentro di noi. E quando vediamo noi stessi con uno sguardo a 180° che insieme coglie anche la realtà di chi ci sta attorno, diventa più facile cogliere i CODICI INCONSCI di come funzioniamo, e di come possiamo trasformarci.

SENTIRCI CONNESSI AGLI ALTRI E’ LA CHIAVE FONDAMENTALE PER QUALSASI TIPO DI CAMBIAMENTO, sia dentro, che fuori di noi.

ONE’ , la prima canzone che ci canterà Francesca Caruso nella seconda giornata di Convegno, ci farà viaggiare fino allo spazio di percezione in cui la cosa più immediata è sentirci uniti.
E’ uno spazio di semplicità, leggerezza, poesia, creatività, che dissolvono gli ostacoli mentali frapposti tra di noi. E ancora, più avanti, IL CANTO DEL CERCHIO, nella stessa vibrazione di semplicità di cuore, ci farà sentire che ‘Quando tu sei qui con me, io paura più non ho, non son sola, sento che ce la farò. Insieme a te ci riuscirò’.

Nella giornata Noi Figli-Noi Genitori, partiremo focalizzando che siamo genitori nel modo in cui siamo (o siamo stati) figli e in cui siamo genitori a noi stessi. L’ANCORAGGIO DELLA NOSTRA FAMIGLIA–DELLE NOSTRE FAMIGLIE, che noi creiamo a diversi livelli, nelle molte prospettive possibili (anche il gruppo di Famiglia Oggi è al momento una famiglia) E’ LA FIDUCIA NELL’AMORE CHE SAPPIAMO ALIMENTARE IN NOI.

Rassicuràti da questa prospettiva proveremo a lanciare il sogno di una VISIONE PIU’ AMPIA di quello che possiamo realizzare.
Lo faremo con gli interventi di Rita Bochicchio (Gazzella), Counselor in Psicosintesi e di Susanna Memè (Iride) psicologa, responsabili del Dipartimento Educazione della Federazione di Comunità di Damanhur (Ivrea), ‘In quanti modi si può uscire dall’isolamento nell’educazione dei figli? Un’esperienza di campo educativo unito e di scuola gestita dai genitori’ , che ci porteranno in una prospettiva di RETE TRA GENITORI, FIGLI, FAMIGLIE.

A seguire anche l’intervento di Prabhat Eusebio ‘Il coraggio e la responsabilità interiore di genitori che decidono di dar vita ad un progetto scolastico condiviso’ , entrerà in modo pragmatico nel ‘COME FARE’ per diventare INSIEME protagonisti del futuro che offriamo ai figli.

Lascio la parola a Iride (la d.ssa Memè Susanna), che ci ha inviato una sua comunicazione sul valore che può avere vivere L’AMORE TRA FAMIGLIE.

Da qui segue la comunicazione di Iride, che, dopo un avvio teorico, scorrerà come una bella fiaba, raccontata da una nonna allegra, creativa, e un po’ pazza…d’amore!

‘OGNI SENTIMENTO, OGNI PICCOLO CHE CRESCE, HA IL SUO VILLAGGIO.

Amore, voglia di condividere e di realizzare qualcosa di grande o di piccolo che sia, INSIEME.

Oggi da tante parti si parla di “fare comunità”. Nel sociale questa definizione designa i processi di ri-apparentamento di un tessuto sociale, di ri-cucitura del “noi” e delle reti di relazioni, che il boom economico e l’avvento della dittatura del mercato, ha sottratto alle realtà che, almeno in parte, prima le possedevano. Qui non stiamo parlando di un nostalgico sguardo al passato. Nel passato, ci sono tanti errori e deviazioni, insieme a tante cose parzialmente buone, messe a punto nei secoli.

Nell’oggi, la possibilità di affermare scelte e direzioni che uniscano la mente ed il cuore, la tecnologia e la coscienza più allargata, che solo un gruppo umano, non il singolo ricercatore, ha la forza di addensare. Far parlare i simboli profondi presenti in ciascuno, attivati dallo studio, dalla ricerca e dallo scambio. Procedere per teorie predeterminate ed ipotesi da dimostrare. Fare esperienza diretta dei fenomeni vitali e successivamente dare un nome ed una teoria a quanto trovato. In qualsiasi modo ci si appropri della mela della conoscenza, essa fa traslare ed estrarre dalla sopravvivenza pura e semplice, i sottili codici di un amore che si fa coscienza, libero arbitrio, imprenditorialità di se stessi e dei propri laboratori alchemici intimi. Da questo spazio interno si distillano sostanze, delle quali si nutre la nostra forza vitale ed animica, sostenendosi nello sforzo di uscire dall’ipnosi della separatività .

Il che vuol dire, nella vita di tutti i giorni, gestire le insicurezze, le paure, il senso del possesso, la dipendenza, sapendo che ci sono e che il lavoro per trasformarle, passa attraverso la fiducia e lo scambio con gli altri, che il giudizio e soprattutto l’auto - giudizio sono un ostacolo, una scusa per non cambiare, per non accettare che sì, si può star bene, essere felici, oddio…Ma tutto questo può fare più paura del disagio a cui siamo ormai abituati da secoli…senza le mie piccole o grandi magagne, sofferenze, non so più chi sono, non ho più punti di riferimento. Soprattutto nei sentimenti…

E se la nostra stella polare diventasse la bellezza e la voglia di osare e raggiungere il Sole, quella parte luminosa di noi ed oltre noi che possiamo concepire, pur abitando la materia e le forme?

Cosa sarebbe l’amore? Cosa sarebbe la famiglia? Cosa sarebbe allevare piccoli della nostra specie lasciando i loro potenziali intatti e non decurtandoli e mutilandoli, come sa fare la nostra alternanza di consapevolezza?

Si potrebbe addirittura scrivere un nuovo Mito, quello della rinascita di un piccolo Pianeta Azzurro, ai confini delle galassie, dimenticato perché di poco conto e prossimo alla distruzione.

Si potrebbe narrare di come, a dispetto di una tendenza alla riduzione degli ideali e dei valori della sua specie dominante, il riscatto sia partito da tanti piccoli gruppi, composti proprio da individui di questa specie, in agglomerati diversi, sparsi su tutto il globo.

Del fatto che ognuno di essi, a suo modo, abbia intonato una canzone e di come le diverse note abbiano saputo far “ri-suonare” e “ri-sognare” da capo tutto l’esistente, ridando coraggio e lucidità alle persone di buona volontà.

Tanti piccoli gruppi, animati dalla voglia di agire, di compiere azioni utili per modificare la direzione imposta dal mercato del pianeta e cambiare le regole del gioco, rendendolo capace di mettersi al servizio della vita di tutte le specie e di tutte le loro diversità.

Tante individualità composte da piccoli frammenti luminosi interconnessi tra loro che, uniti, possono arrivare oltre ogni limite. Nelle grandi e nelle piccole cose.
Nel sapersi mettere in discussione e crescere con i propri compagni e partner, nel sapersi mettere alla stessa altezza dello sguardo di un piccolo, raggiungendo così l’altezza delle stelle.

E di come questo, da Mito, possa essere diventato Storia.
Insieme, si può.‘

D.ssa Susanna Memè, Psicologa

Che in quel mondo di gruppi interconnessi si fa chiamare ‘Iride’ come l’iridescenza di un grande arcobaleno. Grazie, Iride!

D.ssa Chiara Sozzi,Terapeuta delle Relazioni Familiari

POST COLLEGATI:
  • ‘In quanti modi si può uscire dall’isolamento nell’educazione dei figli? Un’esperienza di campo educativo unito e di scuola gestita dai genitori’ , Rita Bochicchio e Susanna Memè
  • ‘Il coraggio e la responsabilità interiore di genitori che decidono di dar vita ad un progetto scolastico condiviso’ , Prabhat Eusebio
  • One, Il canto del Cerchio, Il seme – Canzoni di Francesca Caruso
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In quanti modi si può condividere l’educazione dei figli?

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Traccia della relazione del convegno
Domenica 01 novembre 2009 - ore 15.00
Rita Bochicchio (Iride Pistacchio) e Susanna Memè (Gazzella Mimosa)
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SOMMARIO
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L’Educazione intenzionale: che obiettivi si possono raggiungere creando un campo educativo unito tra famiglie e tra famiglie e scuola . Cosa spinge un genitore a cercare altri genitori. Le molteplici esperienze di aggregazione già in atto. Come il ‘fare comunità ’, cioè inserirsi attivamente nei processi sociali, economici, politici, culturali, della propria realtà, aumenta la capacità di modificare la realtà. Il modello del ‘Programma in atto ’ nella Comunità Intenzionale di Damanhur
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TRACCIA RELAZIONE

Partiamo dai vantaggi.

Il vantaggio principale nel condividere, in una qualsiasi forma, l’educazione dei figli è quello di non essere più soli ad affrontare un compito, quello genitoriale, impossibile da assolvere se non connessi ad un proprio mondo di valori in cui riconoscersi.

Le comunità del passato assolvevano a questa esigenza, fornendo sicurezze e comportamenti in cui trovare le soluzioni quotidiane ai problemi e sufficiente autostima ed identità come genitori…

Il peggior nemico del genitore è quindi l’isolamento, l’essere sganciati da un sentimento di comunanza, di appartenenza, di orientamento e tensione verso un obiettivo comune, tutti elementi fondamentali per il nostro benessere come specie.

Oggi rischiamo di farci dire cosa dobbiamo fare dalla televisione o da miriadi di esperti, aumentando la confusione e perdendo la forza necessaria per tenere saldo in mano il timone, per guidare con successo la barca della famiglia, nel mare mosso della relazione con i figli.

Rompere l’isolamento dei genitori si può.

Tante forme spontanee di aggregazione stanno sostituendo, in parte, le comunità valoriali e di vita del passato.
Spesso questi tentativi prendono le mosse proprio dall’esigenza di ritrovare punti di riferimento e valori da condividere, con i quali percorrere più facilmente la strada della crescita insieme ai figli.

  • GENITORI E SCUOLA
    Uno dei primi ambiti di condivisione lo fornisce la scuola. Conoscere i genitori dei compagni dei figli e mettere in comune idee, esperienze, dubbi e difficoltà è una risorsa che spesso aggrega per simpatia o affinità, fornendo un ambito amicale in cui ritrovarsi. E’ un ambito di relazione che può essere guidato intenzionalmente, perché diventi un gruppo con finalità di crescita ed aiuto reciproco. Possono essere elaborate strategie comuni per le sfide da affrontare.
  • GENITORI E RETE
    Per chi ha confidenza col web, ci sono un’infinità di siti e di blog che parlano dei temi che possono interessare tutti i genitori. Possono essere esplorati argomenti specifici di interesse, si può aumentare il proprio bagaglio di informazioni. Possono essere trovate soluzioni in tanti campi della vita compreso quello giuridico legislativo, utilizzando le esperienze di altri.
  • GENITORI E TERRITORIO
    Si possono costruire delle reti di relazioni che possono diventare comunanza ed amicizia, allargando lo spazio oltre la porta di casa, trovando nella dimensione casuale del luogo di residenza, occasioni di scambio e di lavoro comune, per creare una rete di sicurezza e di qualità della vita più alta.
  • GENITORI E ORIENTAMENTO DELLE SCELTE
    Si possono creare comunità di intenti, anche senza necessariamente andare a vivere insieme. In questo modo si può fare tendenza, creare gruppi di opinione forti, per elaborare posizioni precise in merito ai temi importanti dello sviluppo umano, si può anche orientare mercato e servizi con la pressione che può esercitare un gruppo di utenti / consumatori consapevoli. Creare gruppi di orientamento sull’acquisto di generi di base, cibo, media, abbigliamento, arredi, giochi, libri, sulla scelta dei diversi tipi di scuole o ambiti di crescita mirati, partendo da valori condivisi.
  • GENITORI E TRASFORMAZIONE DI SE’
    La genitorialità può essere un sistema per aumentare la capacità di conoscere e modificare se stessi. Gruppi di formazione per genitori o di auto mutuo aiuto possono essere ambiti fertili di crescita personale, da cui trae giovamento la relazione con gli altri, quindi anche quella con i propri figli. In questi contesti è più ampia l’intimità, che può esprimersi in virtù della scelta di percorrere un cammino comune, non casuale, ma intenzionale. L’autoeducazione è in questo caso la via maestra per educare i figli. Scegliere di andare a vivere insieme, o in territori limitrofi, può ulteriormente approfondire il lavoro, che prende altro nutrimento da un progetto comune più ampio in cui confrontarsi.
  • GENITORI E CITTADINANZA
    Essere genitore non è staccato dall’essere persona, cittadino interagente con la sua comunità di vita. E’ un fatto naturale, che va insieme con la miriade di infiniti ruoli che la relazione e l’impegno di crescere porta. Fare comunità, cioè inserirsi attivamente nei processi sociali economici, politici, culturali della propria realtà, aumenta la capacità di modificare la realtà, portandola più vicina ai nostri sogni. In questo ambito si collocano:

- le politiche sociali dello Stato che, nelle realtà più evolute, stanno promuovendo azioni di coinvolgimento della cittadinanza, per costruire o rafforzare la rete di solidarietà locale, implicando in questo anche tutti i processi educativi e della famiglia.
- le attività aggregative spontanee di cittadini che si riuniscono in associazioni o gruppi formati in base a scelte di vita e che interagiscono nell’ambiente, modificandolo. In questa categoria si collocano le Comunità Intenzionali, la rete degli Ecovillaggi, le Cohousing ecc,.. Tutte queste realtà toccano inevitabilmente i temi educativi, in virtù del loro essere connaturati e connessi alla vita ed alla relazione.


IL MODELLO DI DAMANHUR
Damanhur è un progetto che può essere letto come aggregazione spontanea attorno ad una scelta ed un’ideale di vita. E’ quindi una Comunità Intenzionale, con un’esperienza di 34 anni di storia.
Questo risultato è stato possibile grazie ad ingredienti che sono stati riassunti in una formula, trasmessa in corsi intitolati “Come fondare una Comunità di successo”.

Questa formula può essere declinata in tutte le forme di gruppo e di aggregazioni sociali, partendo dalla più piccola unità di gruppo rappresentata dalla coppia o dalla coppia genitoriale, salendo alle famiglie, alle piccole o gradi aziende, a gruppi culturali o di volontariato e arrivando fino a gruppi umani molto vasti.
E’ una formula complessa che necessita di più giorni di corso per poter essere descritta, quindi non rientra nell’obiettivo di questa relazione approfondirne maggiormente gli elementi, in ogni caso a disposizione di chiunque volesse informarsi maggiormente.

Oggi quello di cui ci interessa parlare è la sua formula educativa.

Ne sono assunti di base:

  • Lavorare per restituire la giusta naturalità al ruolo della famiglia, della madre e del padre e del loro essere genitori, all’interno di un gruppo umano più ampio e di una società solidale.
  • Restituire naturalità ai grandi momenti dell’esistenza come la nascita, la morte, le differenti tappe della crescita vissute in un ambiente strutturato per dare importanza ed esaltare i valori, l’arte e la bellezza, la ricchezza di stimoli intorno a sé, l’espressione dei sogni e dei talenti individuali e collettivi
  • Autoeducazione dei genitori e degli adulti che sono il primo modello di riferimenti per i figli
  • Sostegno sentito ai genitori, da parte di tutti i membri della comunità, che ne diventano come un’estensione più ampia, pur non sostituendosi ad essi.
  • Regole comuni in cui riconoscersi, per dare sicurezza e riferimenti chiari.
  • Tutti gli ambiti educativi devono essere collegati e in sinergia tra loro. Uno degli ambiti di collegamento più importate è quello tra la scuola e la famiglia.
  • Riteniamo importante prenderci cura dell’aspetto educativo dell’istruzione dei figli per questo a Damanhur abbiamo scelto di avere una nostra scuola familiare dal nido alle medie
  • La base comune della ricetta di Damanhur, su cui gli assunti di cui sopra creano il “dolce” specifico dell’educazione: una giusta miscellanea di tradizione, innovazione, sperimentazione pratica nel sociale e lavoro sul cambiamento di sé, volti a conseguire un obiettivo comune al di fuori di sé, del proprio ristretto interesse.

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Noi pensiamo che, al di là di quanto come adulti ce la possiamo raccontare, ad avere in mano le leve dell’educazione siano in realtà i nostri stessi figli. Osservarli con attenzione (che è un modo per dire “amore” in forma piena e specifica), significa aiutarci a comprendere la loro natura più profonda, imparare a nostra volta qualcosa in più, nel momento stesso in cui insegniamo.

Il compito dei piccoli che crescono, è quello di aumentare costantemente il proprio territorio di conquista, ottenendo dall’ambiente la sicurezza necessaria per farlo, attraverso poche e semplici regole di base. Sceglierle insieme come genitori ed adulti, fa sì che siano sentite come vere e buone dai figli.
La fortuna di essere un gruppo umano solidale, piccolo o grande che sia, fornisce una forza inimmaginabile, che si esprime tutte le volte che riesce ad ottenere una visione condivisa.

Vale per la coppia, per la famiglia, via via, sino ad arrivare ai Popoli.

Il nostro sistema prevede famiglie allargate e miste per età ed il tipo di strumenti di cui ci dotiamo al loro interno, può essere adottato anche da famiglie con caratteristiche diverse.

La condizione di partenza è la famiglia stessa, il suo calore affettivo, o quello da costruire, affinché diventi davvero un contenitore coeso.

Nella nostra esperienza, replicabile in molti aspetti, la scelta di avere un figlio viene condivisa nella famiglia allargata sin dall’inizio, dando molta importanza alla preparazione dei genitori e dell’ambiente familiare nel ricevere i nuovi nati. Collaborano a questa “gestazione” di pensieri, idee ed immaginario, i due futuri padrini del nascituro ed eventuali altre persone affini ai genitori.

Questa preparazione proietta l’immagine della propria genitorialità nel futuro, con la cornice di un confronto più allargato, che ne corregge e smussa gli inevitabili svarioni, tipici quando una visione è troppo interna e vicina a sé

Insieme si immagina che condizioni creare nell’ambiente e negli adulti della famiglia, per riuscire a formare un individuo il più possibile capace di essere padrone della sua vita e delle sue scelte e di aprire al massimo i propri talenti al servizio della sua stessa crescita e di quella della collettività

Il lavoro prosegue con costanza nel tempo per tutto l’arco evolutivo, in forma sistematica.
Ogni famiglia, periodicamente, dà attenzione alla crescita di ogni singolo figlio, attraverso incontri in cui si affrontano i punti di forza e quelli di debolezza su cui si sta impegnando, si ascoltano i suoi sogni, si pensano strategie utili per affrontare le sfide all’orizzonte.

Questo lavoro si chiama Programma in Atto e sta a significare che non basta che genitori, adulti ed ambiente si preparino al meglio per accoglier i figli alla nascita, occorre avere la costanza nel tempo di mantenere in essere queste stesse condizioni ottimali, per affrontare inevitabili momenti di difficoltà e crisi.

La forza dei significati condivisi è in grado di dare il sostegno necessario al processo di avvicendamento generazionale, che fa la grandezza di ogni famiglia, gruppo o popolo, in grado di rinnovarsi e di mantenersi vitale nel tempo e nella storia.

Il programma in Atto delle famiglie, nella nostra esperienza, è un lavoro molto importante che aiuta la famiglia stessa a diventare più intima e coesa

L’alleanza tra la Scuola e famiglia crea un ulteriore campo educativo unito, che consente di dare orientamento e riferimenti a genitori e figli oltre la porta di casa, proiettandoli verso il futuro.

  • Tutto questo può essere attuato anche in contesti diversi, scegliendo persone affini con cui confrontarsi


Insieme si può!

Rita Bochicchio (Gazzella Mimosa) - Counselor in psicosintesi educativa, Responsabile dell’Associazione Damanhur Education e della Scuola di Damanhur - Baldissero Canavese (TO) Dr.ssa Susanna Memè (Iride Pistacchio) - Psicologa , Artista, Responsabile del Dipartimento Educazione di Damanhur

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sabato 24 ottobre 2009

Il coraggio e la responsabilità di genitori che decidono di dar vita ad un progetto scolastico condiviso

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Traccia della relazione del convegno
Domenica 01 novembre 2009 - ore 17.00 - Prabhat Eusebio

SOMMARIO


Un campo educativo efficace si fonda sulla consapevolezza di genitori che lasciano le maschere dei condizionamenti educativi e sociali. Esplorare e trasformare il rapporto con le proprie emozioni e con il corpo è il valore aggiunto che permette di creare un ambiente di crescita sano, in cui la libertà è innanzitutto della mente. Con le nozioni burocratiche e legislative necessarie, sarà possibile trasformare il sogno educativo di un gruppo di genitori, nella realizzazione pratica di un progetto di scuola-famiglia.

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TRACCIA RELAZIONE

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Bambini nuovi lo immagino come un tentativo di de-strutturare completamente l'idea che abbiamo di campo educativo, iniziare una nuova era pedagogica significa lasciarsi alle spalle tutto ciò che l'uomo in quanto essere condizionato dalle tradizioni ha espresso in questi secoli, i bambini nuovi dovranno riflettere la visione di uomo nuovo puro e incontaminato dalla società, senza religione, senza politica, senza nazione, capaci di vivere le proprie emozioni, liberi mentalmente e padroni del proprio corpo, per realizzare questo ( ci vorranno tanti anni ) occorrono persone che abbiano perlomeno un barlume di questa visione.

La scuola pubblica è inadatta a questo scopo, il compito di noi ricercatori è di creare nuovi spazi per bimbi genitori e insegnanti, il nostro compito è di tutelare l'integrità mentale dei nostri figli, il più grande errore che un genitore e un insegnante possono fare è introdurre condizionamenti sociali nella mente di bambini inermi, gli educatori del futuro dovranno essere in possesso di chiavi di lettura oggettive della realtà, dovranno essere in grado di utilizzare nuove modalità di interazione con i bambini e un nuovo linguaggio il più possibile neutro e lontano dalle interpretazioni soggettive delle esperienze.

Ci addentreremo nel percorso di creazione delle nuove scuole attraverso la possibilità che le istituzioni ci danno; le scuole famiglia, analizzeremo le fasi per inoltrare la richiesta al provveditorato degli studi e le regole da seguire per avviare la scuola famiglia.

Così come analizzeremo le motivazioni e le visioni di vita per intraprendere un percorso alternativo ricco di gratificazioni ma impegnativo.Tutto ciò dovrà essere affrontato con estrema lucidità, estremo coraggio e profondo amore nei confronti della vita.


Prabhat Eusebio - Editore della Casa editrice Bambini Nuovi per l’uomo futuro, impegnato nella ricerca degli strumenti per la progettazione pedagogica di scuole-famiglia, Orbassano (Torino) www.bambininuovi.com
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domenica 18 ottobre 2009

Perchè attraiamo e ci sentiamo attratti? I legami d'amore - 1^ parte

IMMAGINE IMPORTATA DALLA PRESENTAZIONE DI MONICA ANTONIOLI

Percorso di Preparazione al Convegno Doc_10_1

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CAMMINANDO PER DI QUA, NOI TROVEREMO L’ORO, stamattina in verità avrei voluto partire da solo...SE ORA GUARDO DIETRO A ME, VEDO UNA LUNGA FILA, come ho fatto non lo so a pensare di partire da solo...‘. La canzone di apertura del Convegno, di Angelo Branduardi , ci dà il valore e il senso del lavoro che abbiamo incominciato l’11 luglio e che ci sta portando al Convegno Famiglia Oggi. Si sono aggiunte persone man, mano. Ma soprattutto si è già aperta la consapevolezza che ognuno di noi non è poi così da solo, il solo, a cercare. C’è un percorso comune, perché, in quanto ‘esseri umani‘, siamo insieme PROGRAMMATI PER CERCARE L’AMORE...la cosa più preziosa.

Da un commento della settimana: ’Quando nasciamo sappiamo chiaramente cosa vogliamo, abbiamo la necessità di essere amati, cerchiamo l’amore, c’è dentro di noi l’amore. Ma poi cresciamo e tutto questo cambia…‘. ‘IL LIBRO DELL’AMORE è lungo e noioso, scritto tanto tempo fa. Ha dentro musica. Di fatto E’ IL POSTO DA CUI VIENE LA MUSICA. UNA PARTE E’ VERAMENTE ECCEZIONALE, UNA PARTE E’ PROPRIO INSULSA. E’ pieno di cose che tutti noi siamo troppo giovani per sapere...‘. Così continua la colonna sonora del Convegno, con la canzone ‘Book of Love’ di Peter Gabriel.

Da un commento di agosto [riduzione del testo integrale]: ’C’è sempre stata [in me] un’oscillazione d’amore e di odio verso di loro, e mai di profonda connessione. Nominando questa situazione, posso recuperare l’amore grande che ci sta sotto, un amore che ha portato sofferenza e inadeguatezza. Volevo portare in famiglia quel senso di amore connesso che non è mai stato esplicitato. Ricordando la mia storia con comprensione e compassione, posso finalmente arrivare al perdono per me e per gli altri. Come figlia sento di non essere mai stata allo scoperto con i miei genitori. Io a loro posso solo mostrare di star bene, si essere felice. Questo mi permette solo di stare in superficie, di non mostrarmi in tutta la verità del mio essere. Quando però questo avviene è miracoloso e va a sciogliere nodi decennali e forse anche di generazioni, e a ridare valore a ciascuno.‘

E quando andiamo a guardare nello SPAZIO PIU’ INTIMO DELL’AMORE? Come sono andate le cose nella galassia della sessualità? Abbiamo lasciato questo aspetto per ultimo, perché avevamo bisogno di acquisire elasticità ed allenamento a tuffarci in acque profonde, sapendo riemergere con la giusta tecnica di decompressione dei polmoni (si dice così ?). Addestramento ad alleggerire qualsiasi sensazione troppo piacevole o spiacevole, con il senso di umorismo che riporta velocemente equilibrio. Così è più agevole.



Monica Antonioli ci guiderà con naturalezza a percorrere la traccia dell’istinto di attrazione. ‘La sessualità è un’espressione potentissima di energia che, generando calore e movimento, permette l’avvicinamento degli opposti…è anche quell’energia che consente al polo maschile e al polo femminile…di accoppiarsi e fondersi…Che la nostra ENERGIA SESSUALE ci muova verso un uomo o una donna, o verso uno squisito piatto di pastasciutta, o che venga raffinata per servire un ideale sociale , o per aprirsi all’ispirazione artistica… essa GENERA ‘SPINTA VERSO’ , ovvero genera ATTRAZIONE. La domanda che ci poniamo oggi è: perché il fondamento…stesso dell’Amore, e di ogni atto creativo, è stato distorto e sfruttato , fino a diventare lo strumento attraverso il quale ognuno di noi infligge e subisce il più pesante condizionamento…?


Chiara Sozzi
Terapeuta delle Relazioni Familiari

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POST COLLEGATI:

Alle radici delle storie d'amore...la Vita

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Traccia della relazione del convegno
Sabato 31 ottobre 2009 - ore - 18.45 - Marina Traversi
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SOMMARIO

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Trovare il senso della relazione di coppia , vivere la famiglia come cammino spirituale dell’Anima alla ricerca dell’Unità. Nell’integrità di Corpo, Mente, Anima, Spirito, possiamo vivere le infinite possibilità dell’Amore, che per agire ha bisogno di noi , di tutto ciò che siamo ora e che siamo stati nelle generazioni che ci hanno preceduto.
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TRACCIA RELAZIONE
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L'Amore eterno e assoluto nella coppia si manifesta attraverso l'incontro di due Anime che si attraggono per armonizzare le comuni ferite ancestrali.
Quando l'Anima guarisce, uomo e donna sono pronti per vivere questo Amore solo se hanno la capacità di superare i limiti dell'ego, sentendo l'altro come una parte di sé.
Questa unione può essere vissuta nel piano del Sé Superiore, quando i due si aprono a questa consapevolezza.

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Perché ciò avvenga è necessario che uomo e donna abbiano curato le ferite nate nella relazione vissuta nei confronti delle figure primarie di riferimento, che sono i propri genitori. Quando non siamo stati amati in modo incondizionato, riportiamo la nostra ferita nelle dinamiche di coppia e proiettiamo nei confronti del nostro partner le aspettative deluse. Molto spesso viviamo ancora nel pensiero magico che l’altro possa compensare il nostro bisogno d’amore. In realtà nessuno può amarci se noi non troviamo questo amore in noi stessi.

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I problemi che si manifestano nella coppia, sono lo specchio di tutto ciò che non si è risolto generazione dopo generazione e che si manifesta in diverse forme di disagio fisico, psichico ed emotivo.

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Ciò che viviamo nell’incomprensione e nella difficoltà non è dovuto al fatto che il nostro partner non ci ami, ma alla necessità della nostra Anima di continuare il suo cammino verso la perfezione, verso la capacità di aprirsi ad un Amore sempre più grande, verso la possibilità di sintonizzarci nelle frequenze più elevate, sino ad arrivare all’Amore Divino.

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Questo Amore è una condizione che tutti possiamo vivere, quando ascoltiamo il movimento dell’Anima e accogliamo in noi ciò che la vita ci porta, lasciandoci guidare da lei che sa cos'e' importante per se stessa e per raggiungere un obiettivo così grande e immenso, senza più cercare di “controllare” gli eventi

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La paura più grande è quella di essere abbandonati. Ciò che ci permette di superare questa paura è sentire l’Amore in noi. Per evolvere non dobbiamo più attribuire agli altri la responsabilità della nostra felicità, ma diventare artefici di ciò che possiamo vivere nell’Amore.

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Solo quando abbiamo curato le ferite dell’infanzia e armonizzato le tematiche ancestrali disturbate nella nostra memoria psicogenetica, possiamo vivere nelle frequenze elevate che caratterizzano il piano dello Spirito.

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Quando vibriamo nella Dimensione Spirituale possiamo percepire anche nella materia, nel corpo fisico, un Amore totale che ci nutre e che ci permette di amare noi stessi e ogni altro nel rispetto della propria individualità e nella comprensione compassionevole dei nostri/suoi limiti.

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Viviamo nella capacità di accogliere noi e ogni altro noi, in ogni nuovo passo che ci porta nelle vita, in ogni direzione possibile, comprendendo che tutto ciò che stiamo vivendo è necessario per entrare nella piena consapevolezza di ciò che siamo.

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Comprendiamo di essere co-creatori della realtà che stiamo vivendo, sino a sentire che in ogni essere c’è la medesima Matrice Divina.

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Marina Traversi, Operatore Olistico, diplomata Process Acopressure Italia - Salò (BS) www.dalleradicincontroallavita.com

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