Percorso di Preparazione al Convegno Doc_7
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Rispettare ed essere rispettati.
Amare ed essere amati.
Capire ed essere capiti.
Lasciare libertà di essere se stessi e mantenere la libertà di essere noi stessi.
E…trovare l’energia da investire nell’attenzione a tutto questo!
I nodi della relazione d’amore.
I nodi della relazione con i genitori e con i figli.
I nodi della famiglia.
Perché non viene tutto spontaneamente?
Perché scattano i conflitti o si creano distanze, barriere?
I nostri comportamenti d’amore e familiari spontanei nascono da abitudini. Seguono modelli comportamentali, che hanno poco a che fare con ciò che desideriamo essere. Alcuni fuggono dal diventarne consapevoli. Altri se ne sono accorti e si sentono inadeguati e scoraggiati per questo.
PER CREARE UN CONSENSO COMUNE SULL’AMORE E SULLA FAMIGLIA abbiamo bisogno di guardare insieme a come siamo, confrontandoci con serenità. ‘I panni sporchi si lavano in famiglia ’ era la regola. Così non potevamo sapere che tutti stavano sperimentando esattamente le stesse sensazioni, le stesse esperienze.
Incomincia così il racconto di Hyemeyohsts Storm, dalla tradizione dei nativi nord americani. Potrebbe il fiume essere la vita che scorre dentro di noi? Ed esserci lì dentro un Nucleo di Coscienza straordinario, che, se avessimo il coraggio di cercarlo, ci porterebbe ad un incredibile cambiamento?
La realtà comune che scorre in noi è che le relazioni d’amore che costruiamo ex novo, fuori della famiglia d’origine, riflettono inevitabilmente i modelli che abbiamo sperimentato con i genitori ed i fratelli.
Nell’intervento che farà al Convegno [Io, persona alla ricerca di me stesso. I diversi modi in cui posso proiettarmi nelle relazioni d’amore - pubblicato nel blog in Interventi dei Relatori] Giuliano Guerra, psichiatra e psicoterapeuta, afferma che “La persona deve riuscire ad armonizzare le sue parti inconscia e conscia. Nel suo conscio inferiore ci sono situazioni legate a ciò che papà e mamma gli hanno trasmesso, mescolate a volte all’ombra. In alto ci sono le sue qualità (quelle dell’anima).
La persona deve acquisire questa visione consapevole di come è fatto. Se riesce ad integrare le parti ombra comuni ai suoi genitori, può sviluppare un modo cosciente per rapportarsi con il partner ed i figli. Quando formiamo la coppia non dovremmo allearci a livello dei sensi, bisogna che l’alleanza avvenga qua in alto. Se siamo in un percorso di evoluzione d’anima, allora ci incontriamo in una coppia che sa generare amore e completezza. Ma ora il più delle volte nella coppia ci alleiamo ancora nei complessi. Se hai avuto un padre severo, cerchi una moglie severa, se hai avuto una madre che ti ha abbandonato, l’imprinting è l’abbandono.
Questo va coscientizzato per stabilire una complicità sui piani di coscienza.
Rispetto all’esistenza degli imprinting c’è da dire che non si possono guarire gli imprinting, perché la mente è un computer che non sa cancellare.
Quello che abbiamo ricevuto l’abbiamo in memoria, ma POSSIAMO CREARE NUOVE MEMORIE.
Il compito della coppia è creare NUOVE MODALITA’ DI RAPPORTO attraverso una NUOVA RELAZIONE.”
Sulla base delle considerazioni di Giuliano Guerra, possiamo anche fare un ulteriore passo avanti. Quando ci apriamo al confronto condiviso, possiamo scoprire che i modelli che ci hanno dato l’imprinting di come amare sono variazioni minime di MATRICI COMUNI A TUTTI NOI.
Le matrici dei comportamenti d’amore non ci appartengono solo come generazione. Vengono da lontano, da codici del dna, nei quali noi ci siamo formati, come onde di un comune grande oceano…
C’è di fatto un unico fiume, od oceano, fatto di modelli d’amore, che scorre in noi, in cui noi viaggiamo anche se inconsapevoli.
Non è tutto ‘roba nostra’ o dei nostri genitori. C’è molto di più.
Diventando consapevoli di questo, incominciamo a nuotare, imparando come prendere le onde. Se ci accorgessimo di trovarci immersi in un mare agitato, circondati da molte altre persone in difficoltà quanto noi, cosa faremmo?
Sarebbe efficace perdere energia con sensi di colpa o di inadeguatezza? O rimuginando su chi mi ha fatto finire qui?
‘O uomo, o donna del 2.000. Scendi dalla pianta, svegliati!’.
Sarà la canzone–rap che ci accompagnerà al convegno, nel prendere giocosamente atto di una situazione incredibile in cui tutti ci troviamo nella nostra coscienza ordinaria rispetto al vissuto d’amore.
‘T’hanno detto che l’amore
è una pianta che se non la bagni muore’.
E fin qui ci sta. Ma c’è anche qualcos’altro su cui mettere in guardia noi stessi.
‘T’han detto che l’acqua dev’esser del vicino,
t’han detto che deve venir dal suo giardino…’.
Cosa ne pensiamo? C’è qualcosa di inefficace in una matrice d’amore di questo tipo?
Razionalmente possiamo anche capire che ‘non deve’ essere così, perché impostando l’amore in questo modo tra gli umani qualche volta può anche non funzionare.
Eppure chi di noi onestamente può negare che la percezione immediata che abbiamo dell’amore è di DARE IL NOSTRO AMORE A QUALCUNO , oppure DI ESSERE AMATI DA QUALCUNO?
Non diamo il nostro consenso a riflessioni filosofiche o spirituali elevate. Chi si è ripetutamente recato ‘al fiume ’ della vita in noi, sa, perché l’ha sperimentato, che non cambiano di fatto il vissuto inconscio.
Tra gli animali è abbastanza scontata la reciprocità. Tra gli umani sembra per lo più che lo schema si attivi invece al contrario. Quasi sempre diamo la nostra energia, tutto di noi stessi, per lo più a chi non ci dà nulla in cambio. Nei confronti di chi ci dà tanto…diamo per scontato che saremo sempre amati, quindi non ci preoccupiamo, non abbiamo bisogno, di mostrare riconoscenza, amore.
E’ frequente l’esperienza della matrice di amare e desiderare l’amore di chi…non ci dà amore! La regola sembra sia che l’amore debba essere conquistato, guadagnato!
Perché è così?
Come possiamo cavarcela?
Come possiamo far funzionare diversamente l’amore e la famiglia?
D.ssa Chiara Sozzi
Terapeuta delle relazioni Familiari
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