lunedì 5 ottobre 2009

Il bisogno di essere amati è reale o illusorio?



Percorso di Preparazione al Convegno Doc_8

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A chiusura del Doc_7 ci siamo lasciati con la traccia di riflessione che ci porta a intuire come le relazioni d’amore siano uniformemente regolate da rapporti regolari, paragonabili alle leggi oggettive sulla gravità, alle leggi della dinamica.
Il modo in cui ci comportiamo negli affetti, o reagiamo nelle relazioni d’amore e familiari, è molto prevedibile. Questo perché, senza che ne siamo coscienti, i nostri comportamenti sono fondati su schemi e convinzioni che appartengono a tutti, come parte della matrice comune che imposta i nostri comportamenti.
E ci siamo posti la domanda: ‘Perché c’è codificata in noi la convinzione che l’amore debba essere conquistato? O che comunque abbia un prezzo?‘
Se è quello dei genitori ‘sembra’ debba essere pagato con sensi di colpa. Se di un compagno/a, o di un amico/a, con la perdita della libertà, della possibilità di sentire e seguire noi stessi.
Sembra che l’amore debba essere sempre legato a una qualsiasi forma di sofferenza. Difficilmente in famiglia si vive l’equazione: amore=gioia.
L’allegria può essere più facilmente trovata fuori casa, in relazioni nuove.
Eppure ci deve essere una via d’uscita.
Con il mio intervento al Convegno ‘ Vita di coppia: una via d’uscita tra bisogno di essere amati in modo totale e sfiducia in quello che riceviamo’ cercheremo di trovare la modalità più semplice per uscire dall’incastro.
Per farlo servono spostamenti successivi.
Innanzitutto ci mettiamo in movimento veramente quando abbiamo il coraggio di riconoscere, a livello personale, che non riusciamo in effetti ad amare come vorremmo saper fare, e che non ci sentiamo amati come desideriamo.
Il secondo passo è lasciarci portare su un piano di coscienza diverso, che guarda alla situazione da una prospettiva allargata. In questa visione c’è quello che sperimentiamo noi, insieme a quello che ci ha condiviso l’amico, la collega, etc. E’ un piano simile a quello in cui ci poniamo quando ci troviamo tra uomini a parlar male delle donne, o tra donne a parlar male dei compagni….
CI LOCALIZZIAMO IN UN NOI CHE RISCONTRA ASPETTI CONDIVISI.
In questo comportamento ben noto manca solo che dal piano in cui ci poniamo quando scarichiamo la frustrazione proiettando la responsabilità intera sulla controparte, andiamo a fare il clic di porci NEL MEZZO (ricordate lo SPAZIO DI INTEGRAZIONE tra gli opposti del maschile e del femminile polarizzati del Doc_4?) tra noi e l’altro, tra la nostra posizione di donne o uomini, e la posizione dell’altra ’categoria’.
Quando guardiamo alla situazione dall’alto, o da fuori, abbiamo il quadro completo e incominciamo a vedere la reciprocità delle dinamiche. Lei, madre o compagna, dà senza limiti, aspettandosi di ricevere qualcosa prima o poi. Lui, figlio o compagno, fa del suo meglio per capire cosa vorrà mai da lui, dato che la vede sempre insoddisfatta ed entra in crisi da inadeguatezza ‘ tanto quello che faccio non va mai bene, tanto vale che non faccia più niente / sono paralizzato dalla paura di sbagliare ’. E viceversa. Lui la vede sempre nervosa e isterica e non regge più il carico della tensione, e cerca in tutti i modi di proteggersi. Lei lo sente sempre più lontano ed assente, anaffettivo e soffre, si irrita, lo aggredisce. Ci sono molte varianti, ma l’impossibilità di costruire un equilibrio armonico è comune, con sofferenza da entrambe le parti. E’ l’incastro sui complessi, sui vissuti traumatici di cui ci parlerà Giuliano Guerra.
Ma c’è qualcosa sotto questa mancanza di fede nel poterci capire ed incontrare felicemente?
Con il Reading sul Mito di Tristano ed Isotta, cercheremo le radici stesse della sofferenza d’amore, allo scopo di ‘SMONTARE IL MITO’ che ci ha predisposti alla sfiducia. Su un piano inconscio siamo tutti già certi che non avremo mai l’amore e la felicità. E siamo (giustamente) convinti che ‘non è colpa nostra ’ se ci sentiamo destinati a trovare solo sofferenza quando cerchiamo l’amore. C’è qualcosa più forte di noi, che sfugge alla nostra consapevolezza e alla nostra volontà. Tutti noi siamo gli eredi di Tristano, nato nella Tristezza, destinato all’infelicità.
Nel mito di Tristano l’amore è una forza che ci prende e che ci porta, contro la nostra volontà, a diventare schiavi di chi amiamo. E’ un impulso irrazionale che ci manda contro noi stessi, a tradire i nostri stessi valori e ciò che abbiamo di più caro. Ci porta in uno stato in cui non possiamo rinunciare ad essere accanto a quella lei o lui che è insieme fonte di estasi e tormento. Così amore e morte diventano mescolati, e non conosciamo più amore senza sofferenza.
Ci sembra eccessivo? E’ lontano da noi il tempo in cui abbiamo sentito di poter impazzire per amore, o in cui abbiamo desiderato di morire senza l’amore di una persona, compagno, amante, o figlio? E chi non ha mai sentito nulla di questo è certo di aver amato mettendosi completamente in gioco?
Il bisogno di essere amati e di amare in modo totale, fino a dire ‘servirò solo e soltanto un amore’ non è così lontano dalla nostra coscienza. Ciò che spontaneamente desideriamo è in effetti un amore totale.
E se vale la regola ‘l’acqua che bagna la pianta dell’amore deve venire dal tuo vicino’ , non possiamo essere noi stessi la fonte dell’amore che cerchiamo, altrimenti…che amore sarebbe?
Non ci sembra che fin qui l’imprinting di cosa sia l’amore sia stato un condizionamento un po’ bizzarro e perverso?
Per uscire dalla gabbia di consapevolezza della matrice occorre riconoscere la presenza in noi del suo stampo. Forse abbiamo sempre avuto così paura di soffrire per amore che non l’abbiamo lasciata agire in noi. Ma siamo certi che la nostra vita sia piena d’amore, e di aver saputo diffondere realmente amore intorno a noi? Il parere dei nostri compagni, dei figli è sempre spietato e veritiero, ascoltiamolo.
Guadando insieme con sincerità e compassione alla matrice dell’amore passionale che svuota di gusto per la vita, possiamo insieme incominciare a percepirne l’estremismo.
La via d’uscita è sempre in quell’area DI MEZZO tra gli opposti drammatici. E’ nel risveglio da vissuti illusori radicati in noi. Possiamo guardarli, insieme, da una prospettiva di equilibrio e compassione per la sofferenza a cui vogliamo porre fine nelle relazioni familiari, spesso sofferenti e un po’ tormentate.
Possiamo scoprire le chiavi degli inganni illusori.
Possiamo dirci giocosamente ‘ Scendi dalla pianta ’, apri gli occhi sull’imbroglio collettivo. L’amore è un’altra cosa. Può essere vissuto in un altro modo.
L’amore non è un tutto o niente. L’amore non viene solo dagli altri. L’amore che riceviamo non può arrivare tutto da una sola persona. L’amore non è solo quello di un compagno di vita ‘ideale’. L’uomo, la donna, il figlio, la figlia, la madre, il padre che amiamo non è e non può essere la fonte totale dell’amore che di cui ci nutriamo. Altrimenti quella persona su cui ci fissiamo acquista un potere smisurato di vita o morte per noi. E allora si che siamo disposti a pagare qualsiasi prezzo, pur di averlo.
L’amore scorre in mille frammenti, da diverse realtà, persone, situazioni. L’amore non è solo l’amore di qualcuno. L’amore non è un’onda, è l’intero oceano. Quando nuotiamo attraversiamo onda dopo onda. Non possiamo muoverci, espanderci, vivere se pensiamo di dover nuotare solo dentro ad una sola stessa onda. L’amore è l’amore di un compagno, di un genitore, di un figlio, di un animale, di una goccia, di un soffio di vita, di un raggio di luce, del nostro cuore che si apre a noi stessi. Tutto questo, tutto assieme. L’amore non è mai totale, è sempre un riflesso, un frammento limitato, parziale.
Non siamo più neonati con occhi solo sulla mamma e sul suo seno per vivere e ricevere amore. C’è tanto altro. La vita è veramente larga. Così ogni frammento d’amore è buono e significativo.
Se ci fissiamo a voler amore da una sola e da ‘quella’ persona , troviamo e sempre troveremo sofferenza.
La VIA DI MEZZO ci insegna a TROVARE UNA PERCEZIONE VITALE DELL’AMORE.

D.ssa Chiara Sozzi
Terapeuta delle Relazioni Familiari

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11 commenti:

Progettazione/diciassette/Chiara Sozzi ha detto...

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Partecipazione/diciassette/1

L'acqua che bagna la pianta dell'amore deve venire dal tuo vicino… e se il vicino non ti da acqua..muori
TERRIBILE, ma vero. Ho sempre cercato l'amore fuori, dal compagno, dalle amiche, da mia madre, da mio padre, da mia sorella. Ho un' immagine di me seduta che aspetta che qualcuno le butti un tozzo di amore, di attenzione…quanta sofferenza. Poi con gli anni ho imparato a trovare quell'amore dentro di me, o attraverso la natura o gli animali ( che grazie a Dio ci sono sempre stati nella mia vita ). Ma comunque ancora una parte di me si sente come un neonato che ha bisogno del costante e continuo amore e tanta tanta attenzione. E allora mi prendo in braccio. E' bello però trovare qualcuno che ha voglia di accoglierti e abbracciarti e dire che andrà tutto bene. Quando accade arriva tanta gioia.
Per anni ho detto a me stessa: "Io non ho bisogno di nessuno" Ora nella verità più profonda è "ho bisogno di sentire che sono amata". In passato per avere amore ho dato via me stessa, ora non voglio più farlo. Voglio trovare un modo, per amare, sentirmi amata, ma restare integra.
Della serie chi mi ama mi segua…..
Oh seguitemi però se no piango :-)
Un saluto a tutti

partecipazione/cinque/1 ha detto...

partecipazione diciassette ti seguo...sono dietro di te!!!

partecipazione/cinque/1 ha detto...

mamma mia, che brutto aver avuto il cuore chiuso per così tanto tempo, e che magnifico ora poter iniziare ad amare le mie piccole sfumature ,i gesti impercettibili amorevoli miei e di chi entra in relazione con me!

Progettazione/diciassette/Chiara Sozzi ha detto...

... E quando succede, è incredibile, vero ?

partecipazione/due/1 ha detto...

L'essere amati credo non dovrebbe essere un bisogno ma un piacere,purtroppo non riusciamo quasi mai nella maggior parte dei casi a vivere l'amore,almeno per l'attuale grado di evoluzione in cui siamo,in questi termini.
Il mio "amore" è focalizzato molto sull'amore madre-figlio che soddisfa a pieno il mio cuore colmandolo di quella sensazione di appagamento e da quello cosmico che percepisco attorno a me nel mio vivere in relazione con lo spirito.
L'amore in generale e soprattutto quello che condivido con il mio patner è vissuto in termini non di amore-bisogno,ma è una scelta di percorso assieme che condividiamo in armonia ,in equilibrio,accettazione l'uno dell'altra e con la consapevolezza del fatto che insieme camminiamo meglio.
Quello per mio figlio a volte, purtroppo,conosce la paura della perdita,della gelosia e mi spaventa rendermi conto che ho realmente "BISOGNO" del suo amore,è la paura ad aver generato questo stato di cose,quando mi sono separata dal padre e ho ricevuto le sue minaccie di portarmi via il bambino,pur sapendo che erano prive di fondamento è riuscito a farmi conoscere il senso di angoscia che nasce dal timore della perdita.
Nonostante questo sono consapevole della forza ,del livello d'amore che c'è tra me e mio figlio,lascio che viva il rapporto col padre dando fiducia al suo spirito che conosce tutte le verità.
credo che bisogna comunque vivere l'amore a 360° per godere a pieno della sua meraviglia partendo da quello per noi stessi,a quello dei figli,del patner,delle persone care attorno a noi e conteporaneamente percepire costantemente quello Divino,allora il bisogno d'amore sarà trasmformato in piacere e ci sentiremo appagati sempre...Almeno per me è così.

Progettazione/diciassette/Chiara Sozzi ha detto...

Partecipazione/diciassette/1

Rispondo a partecipazione cinque:

grazieee, siamo sullo stesso cammino. Mi sento meno sola.
un abbraccio

Progettazione/diciassette/Chiara Sozzi ha detto...

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Partecipazione/otto/2


Ciao a tutti scrivo solo ora perchè ho letto il materiale e alcuni vostri commenti ma non gliela faccio a starci dietro! sono una mamma 45enne di un bimbo di un anno e mezzo che mi richiede tutto il tempo per sè tranne quando dorme il che equivale a due ore/ due ore e mezzo al giorno e come sapete un quel lasso di tempo bisogna fare tutto il resto.
Sono contenta perchè sento che siamo tutti nella stessa barca, tanti come me hanno sofferto durante l'infanzia del fatto di non essere stati amati, accolti, capiti. Io ho fatto un lavoro per sei anni con una psicologa con la bioenergetica per avere più stima di me, immaginatevi che avevo paura che se avessi avuto un figlio non mi avrebbe voluto come madre (questa è solo una cosa).
Le cicatrici rimangono però si può cambiare e infatti è arrivato il mio bambino a dirmi che ce la posso fare, lui sorride molto.
Mi aveva colpito uno dei primi documenti che parlavano dei rapporto di coppia, io sono quella che si faceva le menate su "ma il mio compagno essendo diverso da me, mi è di ostacolo alla mia evoluzione?" oppure lo sottovalutavo perchè io sono quella "spirituale" che lavora su sè stessa per evolvere ecc. Ho capito che ero distruttiva e gli procuravo ansia e che sono le mie paure a venire fuori e che usavo lui per non vederle dentro di me. Anche la carta dei tarocchi "LA GIUSTIZIA" nella quale mi ritrovo molto dava questo consiglio "giudica te stesso prima di giudicare gli altri"

Grazie, a presto,

un abbraccio

Progettazione/diciassette/Chiara Sozzi ha detto...

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Partecipazione/due/3

Sono anch'io felice d'incontrarvi e prendere parte a questo convegno che sento sarà per me e non solo, molto importante.
Non so, è come se fosse un appuntamento che aspettavo da tempo e il fatto di parteciparvi ed essere incinta, credo non sia proprio una coincidenza.

Progettazione/diciassette/Chiara Sozzi ha detto...

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Partecipazione/uno/3

Ciao a tutti, sono partecipazione uno/tre.

Volevo fare un commento rispetto alla VIA DI MEZZO. Questo mi risuona moltissimo, perchè attualmente sto facendo un lavoro di Aura Soma e sto utilizzando una bottiglia dal nome Gretel. Insomma ci sono dentro fino al collo sto guardando le parti, il Mio Femminile e il Mio Maschile alla ricerca dell'integrazione. Ci sono tante cose
che mi vengono in mente e che vorrei condividere con voi, ad esempio il giorno in cui mi sono sentita per la prima volta il coccolato e la coccolante. Un Immenso momento di amore per me. Non c'era distinzione alcuna sentivo esattamente di poter essere tutte e due le cose. Vi ringrazio perchè in questo lavoro ho potuto riportare alla memoria quel momento con tutto quello che è poi successo dopo. Qualcuno ha detto che per amare veramente gli altri devi prima amare molto te stesso. Sembra banale ma se pensi che chi ti sta di fronte è un
frammento di te non puoi fare a meno di amarlo purchè tu abbia accettato le tue parti con infinito Amore. Qualcun'altro ha anche detto che tutto ciò che esiste è L'AMORE. Anche l'odio è amore. Il mondo è permeato dall'amore ma ci facciamo prendere dal particolare,
gli esseri umani amano le distinzioni, i particolarismi, le
individuazioni che sono si necessarie ma è fondamentale tenere presente che siamo dentro nell'UNO. Hellingher dice: Tutto ciò che accade accade per amore, forse ciò che dovremmo imparare a sospendere è il GIUDIZIO e provare a pensare che ciascuno fa del proprio meglio,
che c'è una innata buona fede in tutte le cose E IN TUTTE LE AZIONI..
Mi sono riconciliata con mia Madre e mio Padre dopo aver Compreso questo passaggio importante e se oggi sono qui con tutto il mio bagaglio di VITA lo devo alla possibilità che loro mi hanno offerto.
VENIRE AL MONDO!!!!! quello deve essere stato, comunque, un atto d'amore. Ora tutto questo accade con i mie figli e si ripete in un MOTO CONTINUO.
CON AMORE

Progettazione/diciassette/Chiara Sozzi ha detto...

PUBLICO LA RISPOSTA DI Partecipazione/tredici/1
a Partecipazione/diciassette/1 - Commento su Doc. 8 Il bisogno di essere amati è reale o illusorio ?


Ciao .. anch'io mi sento così ma a differenza di te ancora non ho smesso di cercare...
Il mio gatto e 1 figlio ancora non mi bastano... cerco ancora l'amore che riempia non il mio bisogno ma l'altra mia metà .

Progettazione/diciassette/Chiara Sozzi ha detto...

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Quando nasciamo sappiamo chiaramente che vogliamo , abbiamo la necessita' di essere amati, cerchiamo l'amore , c'e' dentro di noi l'amore, ma poi cresciamo e tutto questo cambia ... io personalmente cerco l'amore non in un'altra persona ma dentro di me , ho bisogno di condividere questo con altre persone.