La prima carta estratta per il convegno è stato l’archetipo Le Stelle , catalizzato da me, Chiara Sozzi del team di Progettazione di Famiglia Oggi.
Una fanciulla nuda, appoggiata con un ginocchio a terra presso uno specchio d’acqua, versa l’acqua della vita da due vasi. Il suo volto esprime appagamento e fiducia. Sopra la sua testa campeggia una enorme stella d’oro splendente, pulsante di energia cosmica. La stella dell’Amore è circondata da sette stelle minori che brillano sulla terra : le luci della speranza. La circondano fiori, simbolo dello sbocciare di nuova vita e di future promesse. Un uccello sta per spiccare il volo: è il sacro ibis del pensiero, pronto a librarsi verso il sogno di possibilità nuove.
La donna, che vive nella gioventù della vita, si è recata all’acqua, a
ricordare il sentiero della non resistenza personale, foriero di uno spalancamento alla trasformazione. Diventata così
ancella della vita, smuove per lei, la vita, nuove idee, e
versa la vitalità dei concetti del futuro nei pensieri del passato.
Come sento questa carta per il convegno
La prima sensazione è stata di gioia. Questo convegno può portare speranza alle difficoltà che viviamo nella Famiglia Oggi. Potrà avviare una iniziale fiducia in ciò che possiamo smuovere, costruendo
uno spazio di consapevolezze comuni e di consenso.
E mi ha immediatamente riportata ad una indimenticabile sensazione di grazia, che ho sperimentato diciannove anni fa.
Ho partecipato ad una esperienza shamanica per alleggerire l'
identificazione con le convinzioni su cui avevamo fondato la nostra vita. Andando in natura,
avremmo interrogato le vita sulle scelte immediate da compiere, in modo da rilasciare il passato ed entrare nel nostro futuro.
Ci era stato spiegato come raccogliere messaggi dai sincronismi, rivolgendoci alle quattro direzioni. Ho interrogato la vita sul mio passato e sul mio futuro. Arrivata al nord ovest, il posto del Karma, ho erroneamente dialogato con me stessa come fosse il nord est, il posto delle nuove scelte di vita. Ho realizzato l’errore solo quando mi sono seduta di fronte al nord est. Mi sono sentita confusa, un po' destabilizzata. L’intensa esperienza di dialogo con i suoni, i fruscii, con le sensazioni interne e con le mie emozioni, il cambiare della luce e il sorgere di una gigantesca luna rossa, che mi portavano le risposte della ruota delle quattro direzioni, mi hanno portata oltre l’errore.
A esperienza conclusa era già notte fonda. Ovunque c’era silenzio profondo, evidenziato da sommessi richiami della civetta in lontananza. Non avevo memorizzato il percorso nel bosco, ma
i miei piedi sembrava sapessero trovare da soli la direzione. Soprattutto
il mio corpo sapeva dove passare, per non essere graffiato e punto dall’intrico dei gineprai, e dai rami spinosi a terra.
Era leggero, fuso con la natura che attraversavo. Ho raggiunto la radura senza un solo graffio. Nell’attraversare il campo spinoso sono stata salutata da cinque stelle cadenti, che in successione hanno tracciato le loro scie, nel cielo puntellato sopra la mia testa.
Ho sentito che non avrei mai avuto nulla da temere nel mio futuro. La vita era con me e mi benediceva.
Il giorno dopo lo shamano che guidava il gruppo, ha riso della mia convinzione di aver fatto un errore scambiando le posizioni del nord est con il nord ovest. Lasciato il controllo della mente, avevo percepito che IL NORD EST – IL DHARMA DELLA NUOVA DIREZIONE tracciata dai maestri di vita – IL FUTURO, era entrato nel NORD OVEST, l’esperienza della sofferenza per i nostri limiti, IL KARMA, IL PASSATO.
Il futuro era, è, già entrato nella sofferenza del passato .
Regalo questa magica sensazione che tutto sia possibile a chi, come me, vede e sente i numerosi gineprai ed i rami spinosi delle relazioni familiari. E’ possibile che tutto cambi in meglio in modo imprevedibile, se solo sappiamo diventare trasparenti alle convinzioni del passato, nascoste in noi in qualche angolo a darci paura, sfiducia. Possiamo scoprire come si fa a lasciare che dalle nostre mani passi da sé la vita, e solo la vita, così, per come si presenta, osservandola con occhi pieni di meraviglia, come a volte ci capita, quando riusciamo a sospendere il giudizio.
Il lavoro personale con lo specchio dell’Arcano
L’archetipo delle Stelle focalizza la storia personale di ognuno di noi intorno alla polarità del vivere con grazia, nella percezione che tutto sia grazia / vivere con la sensazione che tutto sia stato, e possa a tratti essere una frustrazione. La vita è navigare sulle onde emozionali che ci portano su, nel sentirci felici, esaltati. O giù nell’ abbruttimento, nell’angoscia, nella rabbia contro la vita.
Da questa carta per me è emerso, come RICAPITOLAZIONE del lavoro interiore, il ricordo centrale di una frase e di un oggetto, che vengono dall’infanzia. Riassumono la prova che ho scelto di affrontare e risolvere con questa immersione nella matrice umana.
‘Te se la mia disgrassia' ( In dialetto milanese: SEI LA MIA DISGRAZIA)
Un battipanni di vimini.
Mia madre urlava queste parole picchiandomi.
Io sapevo, fin da bambina di cinque anni, nei lontani anni ’50, che la famiglia, la madre, la vita, avrebbero dovuto essere amore, e solo amore, e per proteggermi avevo deciso che quella non era mia madre , quella non era la mia famiglia, quella non era la mia vita, quello non era l’amore. Porgo questo specchio, perché so che è, in qualche modo, la storia di tutti noi.
Quel veleno era ancora nascosto in me quando ho dato la vita a mia figlia. Ero certa che sarei stata completamente diversa, e che avrei dato a lei quello che non mi era stato dato. Ho invece fatto gli stessi danni, in modo ancor più penetrante. So che anche lei è stata pervasa dalla stessa sofferenza e dalle stesse convinzioni su sua madre, sulla famiglia, sulla vita, sull’amore. E riconoscere nel suo specchio fatto di carne ed emozioni la stessa sofferenza, questa volta provocata da me, è stato ancor più duro da reggere.
Ora entrambe stiamo uscendo da quel tunnel di vittimismo, dolore, sfiducia. Ci vogliamo molto bene. Ci capiamo. Ci sosteniamo vicendevolmente da qualsiasi invalidazione di altri. Ci soccorriamo quando sentiamo l’altra boccheggiare per mancanza di amore. Stiamo camminando insieme nella vita. So che mi ha capita e perdonata, come io ho capito e perdonato me stessa. Come ho capito e perdonato mia madre. Come spero che anche mia madre, morta 38 anni fa, abbia avuto modo di perdonarsi e perdonarmi per il mio non aver saputo amarla.
E di mia madre integro così anche il ricordo felice, di quando il mattino mi invitava nel lettone. Quando il papà e i quattro fratelli maggiori erano usciti, cantava , ed io insieme a lei, le canzoni piene di sentimento per Maria, la Madre sua e mia che, seduta sulle nuvole del cielo nel quadro sopra il letto, non era schiacciata dal peso della matrice umana. A lei non capitava di sentirsi tradita dall’egoismo dei suoi figli, non trasformava il suo dolore in rabbia, non urlava ‘te se la mia disgrassia ( come quasi certamente anche mia madre si era sentita dire), e non picchiava. E ciò che desidero per me, per mia figlia e per mia madre è che possiamo amare noi stesse , in tutte le nostre versioni: di grazia, e di disgrazia. Questa sarebbe la soluzione finale. Lo stato di grazia definitivo raggiunto attraverso il cammino umano, che le carte dei Tarocchi raccontano.
Progettazione/Chiara Sozzi
Dr.ssa Chiara Sozzi
Pedagogista, Formatore Umano, Terapeuta delle Relazioni Familiari,
Ideatrice del Metodo Shifting di Coscienza – per l’integrazione e l’evoluzione personale attraverso i cambi di percezione
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