domenica 25 ottobre 2009

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Benvenuti nel nostro spazio di comunicazione di Famiglia Oggi.
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In questo primo post sarà costantemente mantenuta la PRESENTAZIONE DEL CONVEGNO
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Cliccando sui titoli a segiure è possibile accedere alla documentazione essenziale per conoscerne le principali caratteristiche e le modalità di partecipazione.
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IL BLOG HA LA DUPLICE FUNZIONE DI:
1. spazio di presentazione per mettere a disposizione di tutti il vasto materiale prodotto
2. forum che attiva già da ora lo scambio tra organizzazione – partecipanti – relatori.
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NELLA COLONNA DI DESTRA POTETE TROVARELA COMMUNITY DEL BLOG:
- Percorso di preparazione al Convegno
- Comunicazioni del Team di Formazione
- Comunicazioni libere degli iscritti al convegno
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NELLE PUBBLICAZIONI A SEGUIRE:
- Presentazione del Convegno
- Comunicazioni postate nel mese con i commenti
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PRESENTAZIONE DEL CONVEGNO:
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Reti di famiglie: Reti d'amore, consapevole, in azione

Percorso di Preparazione al Convegno Doc_11

Come trovare serenità a livello profondo?
Come ancorare noi stessi e le relazioni d’amore, di affetto, che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo, a una certezza basata su una padronanza interiore che l’amore c’è, e può essere vissuto con sempre meno rischio di sofferenza?
Come programmare in modo più efficace le modalità quotidiane con cui ci relazioniamo? Come assegnare nuovi valori al maschile ed al femminile dentro di noi?
Come vivere l’attrazione sessuale e, ancora oltre, il magnetismo tra noi ed i nostri figli, in modo sano, creativo?

Tutto questo ci coinvolge a GUARDARCI DENTRO, PER ESSERE MIGLIORI FUORI.
E sappiamo che IL MODO IN CUI E’ AL MOMENTO OGNUNO DI NOI, E’ CONNESSO A UN SOGNO COMUNE, creato con convinzioni, sentimenti, reazioni istintive ‘scritte’ dentro di noi. E quando vediamo noi stessi con uno sguardo a 180° che insieme coglie anche la realtà di chi ci sta attorno, diventa più facile cogliere i CODICI INCONSCI di come funzioniamo, e di come possiamo trasformarci.

SENTIRCI CONNESSI AGLI ALTRI E’ LA CHIAVE FONDAMENTALE PER QUALSASI TIPO DI CAMBIAMENTO, sia dentro, che fuori di noi.

ONE’ , la prima canzone che ci canterà Francesca Caruso nella seconda giornata di Convegno, ci farà viaggiare fino allo spazio di percezione in cui la cosa più immediata è sentirci uniti.
E’ uno spazio di semplicità, leggerezza, poesia, creatività, che dissolvono gli ostacoli mentali frapposti tra di noi. E ancora, più avanti, IL CANTO DEL CERCHIO, nella stessa vibrazione di semplicità di cuore, ci farà sentire che ‘Quando tu sei qui con me, io paura più non ho, non son sola, sento che ce la farò. Insieme a te ci riuscirò’.

Nella giornata Noi Figli-Noi Genitori, partiremo focalizzando che siamo genitori nel modo in cui siamo (o siamo stati) figli e in cui siamo genitori a noi stessi. L’ANCORAGGIO DELLA NOSTRA FAMIGLIA–DELLE NOSTRE FAMIGLIE, che noi creiamo a diversi livelli, nelle molte prospettive possibili (anche il gruppo di Famiglia Oggi è al momento una famiglia) E’ LA FIDUCIA NELL’AMORE CHE SAPPIAMO ALIMENTARE IN NOI.

Rassicuràti da questa prospettiva proveremo a lanciare il sogno di una VISIONE PIU’ AMPIA di quello che possiamo realizzare.
Lo faremo con gli interventi di Rita Bochicchio (Gazzella), Counselor in Psicosintesi e di Susanna Memè (Iride) psicologa, responsabili del Dipartimento Educazione della Federazione di Comunità di Damanhur (Ivrea), ‘In quanti modi si può uscire dall’isolamento nell’educazione dei figli? Un’esperienza di campo educativo unito e di scuola gestita dai genitori’ , che ci porteranno in una prospettiva di RETE TRA GENITORI, FIGLI, FAMIGLIE.

A seguire anche l’intervento di Prabhat Eusebio ‘Il coraggio e la responsabilità interiore di genitori che decidono di dar vita ad un progetto scolastico condiviso’ , entrerà in modo pragmatico nel ‘COME FARE’ per diventare INSIEME protagonisti del futuro che offriamo ai figli.

Lascio la parola a Iride (la d.ssa Memè Susanna), che ci ha inviato una sua comunicazione sul valore che può avere vivere L’AMORE TRA FAMIGLIE.

Da qui segue la comunicazione di Iride, che, dopo un avvio teorico, scorrerà come una bella fiaba, raccontata da una nonna allegra, creativa, e un po’ pazza…d’amore!

‘OGNI SENTIMENTO, OGNI PICCOLO CHE CRESCE, HA IL SUO VILLAGGIO.

Amore, voglia di condividere e di realizzare qualcosa di grande o di piccolo che sia, INSIEME.

Oggi da tante parti si parla di “fare comunità”. Nel sociale questa definizione designa i processi di ri-apparentamento di un tessuto sociale, di ri-cucitura del “noi” e delle reti di relazioni, che il boom economico e l’avvento della dittatura del mercato, ha sottratto alle realtà che, almeno in parte, prima le possedevano. Qui non stiamo parlando di un nostalgico sguardo al passato. Nel passato, ci sono tanti errori e deviazioni, insieme a tante cose parzialmente buone, messe a punto nei secoli.

Nell’oggi, la possibilità di affermare scelte e direzioni che uniscano la mente ed il cuore, la tecnologia e la coscienza più allargata, che solo un gruppo umano, non il singolo ricercatore, ha la forza di addensare. Far parlare i simboli profondi presenti in ciascuno, attivati dallo studio, dalla ricerca e dallo scambio. Procedere per teorie predeterminate ed ipotesi da dimostrare. Fare esperienza diretta dei fenomeni vitali e successivamente dare un nome ed una teoria a quanto trovato. In qualsiasi modo ci si appropri della mela della conoscenza, essa fa traslare ed estrarre dalla sopravvivenza pura e semplice, i sottili codici di un amore che si fa coscienza, libero arbitrio, imprenditorialità di se stessi e dei propri laboratori alchemici intimi. Da questo spazio interno si distillano sostanze, delle quali si nutre la nostra forza vitale ed animica, sostenendosi nello sforzo di uscire dall’ipnosi della separatività .

Il che vuol dire, nella vita di tutti i giorni, gestire le insicurezze, le paure, il senso del possesso, la dipendenza, sapendo che ci sono e che il lavoro per trasformarle, passa attraverso la fiducia e lo scambio con gli altri, che il giudizio e soprattutto l’auto - giudizio sono un ostacolo, una scusa per non cambiare, per non accettare che sì, si può star bene, essere felici, oddio…Ma tutto questo può fare più paura del disagio a cui siamo ormai abituati da secoli…senza le mie piccole o grandi magagne, sofferenze, non so più chi sono, non ho più punti di riferimento. Soprattutto nei sentimenti…

E se la nostra stella polare diventasse la bellezza e la voglia di osare e raggiungere il Sole, quella parte luminosa di noi ed oltre noi che possiamo concepire, pur abitando la materia e le forme?

Cosa sarebbe l’amore? Cosa sarebbe la famiglia? Cosa sarebbe allevare piccoli della nostra specie lasciando i loro potenziali intatti e non decurtandoli e mutilandoli, come sa fare la nostra alternanza di consapevolezza?

Si potrebbe addirittura scrivere un nuovo Mito, quello della rinascita di un piccolo Pianeta Azzurro, ai confini delle galassie, dimenticato perché di poco conto e prossimo alla distruzione.

Si potrebbe narrare di come, a dispetto di una tendenza alla riduzione degli ideali e dei valori della sua specie dominante, il riscatto sia partito da tanti piccoli gruppi, composti proprio da individui di questa specie, in agglomerati diversi, sparsi su tutto il globo.

Del fatto che ognuno di essi, a suo modo, abbia intonato una canzone e di come le diverse note abbiano saputo far “ri-suonare” e “ri-sognare” da capo tutto l’esistente, ridando coraggio e lucidità alle persone di buona volontà.

Tanti piccoli gruppi, animati dalla voglia di agire, di compiere azioni utili per modificare la direzione imposta dal mercato del pianeta e cambiare le regole del gioco, rendendolo capace di mettersi al servizio della vita di tutte le specie e di tutte le loro diversità.

Tante individualità composte da piccoli frammenti luminosi interconnessi tra loro che, uniti, possono arrivare oltre ogni limite. Nelle grandi e nelle piccole cose.
Nel sapersi mettere in discussione e crescere con i propri compagni e partner, nel sapersi mettere alla stessa altezza dello sguardo di un piccolo, raggiungendo così l’altezza delle stelle.

E di come questo, da Mito, possa essere diventato Storia.
Insieme, si può.‘

D.ssa Susanna Memè, Psicologa

Che in quel mondo di gruppi interconnessi si fa chiamare ‘Iride’ come l’iridescenza di un grande arcobaleno. Grazie, Iride!

D.ssa Chiara Sozzi,Terapeuta delle Relazioni Familiari

POST COLLEGATI:
  • ‘In quanti modi si può uscire dall’isolamento nell’educazione dei figli? Un’esperienza di campo educativo unito e di scuola gestita dai genitori’ , Rita Bochicchio e Susanna Memè
  • ‘Il coraggio e la responsabilità interiore di genitori che decidono di dar vita ad un progetto scolastico condiviso’ , Prabhat Eusebio
  • One, Il canto del Cerchio, Il seme – Canzoni di Francesca Caruso
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In quanti modi si può condividere l’educazione dei figli?

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Traccia della relazione del convegno
Domenica 01 novembre 2009 - ore 15.00
Rita Bochicchio (Iride Pistacchio) e Susanna Memè (Gazzella Mimosa)
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SOMMARIO
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L’Educazione intenzionale: che obiettivi si possono raggiungere creando un campo educativo unito tra famiglie e tra famiglie e scuola . Cosa spinge un genitore a cercare altri genitori. Le molteplici esperienze di aggregazione già in atto. Come il ‘fare comunità ’, cioè inserirsi attivamente nei processi sociali, economici, politici, culturali, della propria realtà, aumenta la capacità di modificare la realtà. Il modello del ‘Programma in atto ’ nella Comunità Intenzionale di Damanhur
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TRACCIA RELAZIONE

Partiamo dai vantaggi.

Il vantaggio principale nel condividere, in una qualsiasi forma, l’educazione dei figli è quello di non essere più soli ad affrontare un compito, quello genitoriale, impossibile da assolvere se non connessi ad un proprio mondo di valori in cui riconoscersi.

Le comunità del passato assolvevano a questa esigenza, fornendo sicurezze e comportamenti in cui trovare le soluzioni quotidiane ai problemi e sufficiente autostima ed identità come genitori…

Il peggior nemico del genitore è quindi l’isolamento, l’essere sganciati da un sentimento di comunanza, di appartenenza, di orientamento e tensione verso un obiettivo comune, tutti elementi fondamentali per il nostro benessere come specie.

Oggi rischiamo di farci dire cosa dobbiamo fare dalla televisione o da miriadi di esperti, aumentando la confusione e perdendo la forza necessaria per tenere saldo in mano il timone, per guidare con successo la barca della famiglia, nel mare mosso della relazione con i figli.

Rompere l’isolamento dei genitori si può.

Tante forme spontanee di aggregazione stanno sostituendo, in parte, le comunità valoriali e di vita del passato.
Spesso questi tentativi prendono le mosse proprio dall’esigenza di ritrovare punti di riferimento e valori da condividere, con i quali percorrere più facilmente la strada della crescita insieme ai figli.

  • GENITORI E SCUOLA
    Uno dei primi ambiti di condivisione lo fornisce la scuola. Conoscere i genitori dei compagni dei figli e mettere in comune idee, esperienze, dubbi e difficoltà è una risorsa che spesso aggrega per simpatia o affinità, fornendo un ambito amicale in cui ritrovarsi. E’ un ambito di relazione che può essere guidato intenzionalmente, perché diventi un gruppo con finalità di crescita ed aiuto reciproco. Possono essere elaborate strategie comuni per le sfide da affrontare.
  • GENITORI E RETE
    Per chi ha confidenza col web, ci sono un’infinità di siti e di blog che parlano dei temi che possono interessare tutti i genitori. Possono essere esplorati argomenti specifici di interesse, si può aumentare il proprio bagaglio di informazioni. Possono essere trovate soluzioni in tanti campi della vita compreso quello giuridico legislativo, utilizzando le esperienze di altri.
  • GENITORI E TERRITORIO
    Si possono costruire delle reti di relazioni che possono diventare comunanza ed amicizia, allargando lo spazio oltre la porta di casa, trovando nella dimensione casuale del luogo di residenza, occasioni di scambio e di lavoro comune, per creare una rete di sicurezza e di qualità della vita più alta.
  • GENITORI E ORIENTAMENTO DELLE SCELTE
    Si possono creare comunità di intenti, anche senza necessariamente andare a vivere insieme. In questo modo si può fare tendenza, creare gruppi di opinione forti, per elaborare posizioni precise in merito ai temi importanti dello sviluppo umano, si può anche orientare mercato e servizi con la pressione che può esercitare un gruppo di utenti / consumatori consapevoli. Creare gruppi di orientamento sull’acquisto di generi di base, cibo, media, abbigliamento, arredi, giochi, libri, sulla scelta dei diversi tipi di scuole o ambiti di crescita mirati, partendo da valori condivisi.
  • GENITORI E TRASFORMAZIONE DI SE’
    La genitorialità può essere un sistema per aumentare la capacità di conoscere e modificare se stessi. Gruppi di formazione per genitori o di auto mutuo aiuto possono essere ambiti fertili di crescita personale, da cui trae giovamento la relazione con gli altri, quindi anche quella con i propri figli. In questi contesti è più ampia l’intimità, che può esprimersi in virtù della scelta di percorrere un cammino comune, non casuale, ma intenzionale. L’autoeducazione è in questo caso la via maestra per educare i figli. Scegliere di andare a vivere insieme, o in territori limitrofi, può ulteriormente approfondire il lavoro, che prende altro nutrimento da un progetto comune più ampio in cui confrontarsi.
  • GENITORI E CITTADINANZA
    Essere genitore non è staccato dall’essere persona, cittadino interagente con la sua comunità di vita. E’ un fatto naturale, che va insieme con la miriade di infiniti ruoli che la relazione e l’impegno di crescere porta. Fare comunità, cioè inserirsi attivamente nei processi sociali economici, politici, culturali della propria realtà, aumenta la capacità di modificare la realtà, portandola più vicina ai nostri sogni. In questo ambito si collocano:

- le politiche sociali dello Stato che, nelle realtà più evolute, stanno promuovendo azioni di coinvolgimento della cittadinanza, per costruire o rafforzare la rete di solidarietà locale, implicando in questo anche tutti i processi educativi e della famiglia.
- le attività aggregative spontanee di cittadini che si riuniscono in associazioni o gruppi formati in base a scelte di vita e che interagiscono nell’ambiente, modificandolo. In questa categoria si collocano le Comunità Intenzionali, la rete degli Ecovillaggi, le Cohousing ecc,.. Tutte queste realtà toccano inevitabilmente i temi educativi, in virtù del loro essere connaturati e connessi alla vita ed alla relazione.


IL MODELLO DI DAMANHUR
Damanhur è un progetto che può essere letto come aggregazione spontanea attorno ad una scelta ed un’ideale di vita. E’ quindi una Comunità Intenzionale, con un’esperienza di 34 anni di storia.
Questo risultato è stato possibile grazie ad ingredienti che sono stati riassunti in una formula, trasmessa in corsi intitolati “Come fondare una Comunità di successo”.

Questa formula può essere declinata in tutte le forme di gruppo e di aggregazioni sociali, partendo dalla più piccola unità di gruppo rappresentata dalla coppia o dalla coppia genitoriale, salendo alle famiglie, alle piccole o gradi aziende, a gruppi culturali o di volontariato e arrivando fino a gruppi umani molto vasti.
E’ una formula complessa che necessita di più giorni di corso per poter essere descritta, quindi non rientra nell’obiettivo di questa relazione approfondirne maggiormente gli elementi, in ogni caso a disposizione di chiunque volesse informarsi maggiormente.

Oggi quello di cui ci interessa parlare è la sua formula educativa.

Ne sono assunti di base:

  • Lavorare per restituire la giusta naturalità al ruolo della famiglia, della madre e del padre e del loro essere genitori, all’interno di un gruppo umano più ampio e di una società solidale.
  • Restituire naturalità ai grandi momenti dell’esistenza come la nascita, la morte, le differenti tappe della crescita vissute in un ambiente strutturato per dare importanza ed esaltare i valori, l’arte e la bellezza, la ricchezza di stimoli intorno a sé, l’espressione dei sogni e dei talenti individuali e collettivi
  • Autoeducazione dei genitori e degli adulti che sono il primo modello di riferimenti per i figli
  • Sostegno sentito ai genitori, da parte di tutti i membri della comunità, che ne diventano come un’estensione più ampia, pur non sostituendosi ad essi.
  • Regole comuni in cui riconoscersi, per dare sicurezza e riferimenti chiari.
  • Tutti gli ambiti educativi devono essere collegati e in sinergia tra loro. Uno degli ambiti di collegamento più importate è quello tra la scuola e la famiglia.
  • Riteniamo importante prenderci cura dell’aspetto educativo dell’istruzione dei figli per questo a Damanhur abbiamo scelto di avere una nostra scuola familiare dal nido alle medie
  • La base comune della ricetta di Damanhur, su cui gli assunti di cui sopra creano il “dolce” specifico dell’educazione: una giusta miscellanea di tradizione, innovazione, sperimentazione pratica nel sociale e lavoro sul cambiamento di sé, volti a conseguire un obiettivo comune al di fuori di sé, del proprio ristretto interesse.

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Noi pensiamo che, al di là di quanto come adulti ce la possiamo raccontare, ad avere in mano le leve dell’educazione siano in realtà i nostri stessi figli. Osservarli con attenzione (che è un modo per dire “amore” in forma piena e specifica), significa aiutarci a comprendere la loro natura più profonda, imparare a nostra volta qualcosa in più, nel momento stesso in cui insegniamo.

Il compito dei piccoli che crescono, è quello di aumentare costantemente il proprio territorio di conquista, ottenendo dall’ambiente la sicurezza necessaria per farlo, attraverso poche e semplici regole di base. Sceglierle insieme come genitori ed adulti, fa sì che siano sentite come vere e buone dai figli.
La fortuna di essere un gruppo umano solidale, piccolo o grande che sia, fornisce una forza inimmaginabile, che si esprime tutte le volte che riesce ad ottenere una visione condivisa.

Vale per la coppia, per la famiglia, via via, sino ad arrivare ai Popoli.

Il nostro sistema prevede famiglie allargate e miste per età ed il tipo di strumenti di cui ci dotiamo al loro interno, può essere adottato anche da famiglie con caratteristiche diverse.

La condizione di partenza è la famiglia stessa, il suo calore affettivo, o quello da costruire, affinché diventi davvero un contenitore coeso.

Nella nostra esperienza, replicabile in molti aspetti, la scelta di avere un figlio viene condivisa nella famiglia allargata sin dall’inizio, dando molta importanza alla preparazione dei genitori e dell’ambiente familiare nel ricevere i nuovi nati. Collaborano a questa “gestazione” di pensieri, idee ed immaginario, i due futuri padrini del nascituro ed eventuali altre persone affini ai genitori.

Questa preparazione proietta l’immagine della propria genitorialità nel futuro, con la cornice di un confronto più allargato, che ne corregge e smussa gli inevitabili svarioni, tipici quando una visione è troppo interna e vicina a sé

Insieme si immagina che condizioni creare nell’ambiente e negli adulti della famiglia, per riuscire a formare un individuo il più possibile capace di essere padrone della sua vita e delle sue scelte e di aprire al massimo i propri talenti al servizio della sua stessa crescita e di quella della collettività

Il lavoro prosegue con costanza nel tempo per tutto l’arco evolutivo, in forma sistematica.
Ogni famiglia, periodicamente, dà attenzione alla crescita di ogni singolo figlio, attraverso incontri in cui si affrontano i punti di forza e quelli di debolezza su cui si sta impegnando, si ascoltano i suoi sogni, si pensano strategie utili per affrontare le sfide all’orizzonte.

Questo lavoro si chiama Programma in Atto e sta a significare che non basta che genitori, adulti ed ambiente si preparino al meglio per accoglier i figli alla nascita, occorre avere la costanza nel tempo di mantenere in essere queste stesse condizioni ottimali, per affrontare inevitabili momenti di difficoltà e crisi.

La forza dei significati condivisi è in grado di dare il sostegno necessario al processo di avvicendamento generazionale, che fa la grandezza di ogni famiglia, gruppo o popolo, in grado di rinnovarsi e di mantenersi vitale nel tempo e nella storia.

Il programma in Atto delle famiglie, nella nostra esperienza, è un lavoro molto importante che aiuta la famiglia stessa a diventare più intima e coesa

L’alleanza tra la Scuola e famiglia crea un ulteriore campo educativo unito, che consente di dare orientamento e riferimenti a genitori e figli oltre la porta di casa, proiettandoli verso il futuro.

  • Tutto questo può essere attuato anche in contesti diversi, scegliendo persone affini con cui confrontarsi


Insieme si può!

Rita Bochicchio (Gazzella Mimosa) - Counselor in psicosintesi educativa, Responsabile dell’Associazione Damanhur Education e della Scuola di Damanhur - Baldissero Canavese (TO) Dr.ssa Susanna Memè (Iride Pistacchio) - Psicologa , Artista, Responsabile del Dipartimento Educazione di Damanhur

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sabato 24 ottobre 2009

Il coraggio e la responsabilità di genitori che decidono di dar vita ad un progetto scolastico condiviso

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Traccia della relazione del convegno
Domenica 01 novembre 2009 - ore 17.00 - Prabhat Eusebio

SOMMARIO


Un campo educativo efficace si fonda sulla consapevolezza di genitori che lasciano le maschere dei condizionamenti educativi e sociali. Esplorare e trasformare il rapporto con le proprie emozioni e con il corpo è il valore aggiunto che permette di creare un ambiente di crescita sano, in cui la libertà è innanzitutto della mente. Con le nozioni burocratiche e legislative necessarie, sarà possibile trasformare il sogno educativo di un gruppo di genitori, nella realizzazione pratica di un progetto di scuola-famiglia.

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TRACCIA RELAZIONE

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Bambini nuovi lo immagino come un tentativo di de-strutturare completamente l'idea che abbiamo di campo educativo, iniziare una nuova era pedagogica significa lasciarsi alle spalle tutto ciò che l'uomo in quanto essere condizionato dalle tradizioni ha espresso in questi secoli, i bambini nuovi dovranno riflettere la visione di uomo nuovo puro e incontaminato dalla società, senza religione, senza politica, senza nazione, capaci di vivere le proprie emozioni, liberi mentalmente e padroni del proprio corpo, per realizzare questo ( ci vorranno tanti anni ) occorrono persone che abbiano perlomeno un barlume di questa visione.

La scuola pubblica è inadatta a questo scopo, il compito di noi ricercatori è di creare nuovi spazi per bimbi genitori e insegnanti, il nostro compito è di tutelare l'integrità mentale dei nostri figli, il più grande errore che un genitore e un insegnante possono fare è introdurre condizionamenti sociali nella mente di bambini inermi, gli educatori del futuro dovranno essere in possesso di chiavi di lettura oggettive della realtà, dovranno essere in grado di utilizzare nuove modalità di interazione con i bambini e un nuovo linguaggio il più possibile neutro e lontano dalle interpretazioni soggettive delle esperienze.

Ci addentreremo nel percorso di creazione delle nuove scuole attraverso la possibilità che le istituzioni ci danno; le scuole famiglia, analizzeremo le fasi per inoltrare la richiesta al provveditorato degli studi e le regole da seguire per avviare la scuola famiglia.

Così come analizzeremo le motivazioni e le visioni di vita per intraprendere un percorso alternativo ricco di gratificazioni ma impegnativo.Tutto ciò dovrà essere affrontato con estrema lucidità, estremo coraggio e profondo amore nei confronti della vita.


Prabhat Eusebio - Editore della Casa editrice Bambini Nuovi per l’uomo futuro, impegnato nella ricerca degli strumenti per la progettazione pedagogica di scuole-famiglia, Orbassano (Torino) www.bambininuovi.com
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domenica 18 ottobre 2009

Perchè attraiamo e ci sentiamo attratti? I legami d'amore - 1^ parte

IMMAGINE IMPORTATA DALLA PRESENTAZIONE DI MONICA ANTONIOLI

Percorso di Preparazione al Convegno Doc_10_1

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CAMMINANDO PER DI QUA, NOI TROVEREMO L’ORO, stamattina in verità avrei voluto partire da solo...SE ORA GUARDO DIETRO A ME, VEDO UNA LUNGA FILA, come ho fatto non lo so a pensare di partire da solo...‘. La canzone di apertura del Convegno, di Angelo Branduardi , ci dà il valore e il senso del lavoro che abbiamo incominciato l’11 luglio e che ci sta portando al Convegno Famiglia Oggi. Si sono aggiunte persone man, mano. Ma soprattutto si è già aperta la consapevolezza che ognuno di noi non è poi così da solo, il solo, a cercare. C’è un percorso comune, perché, in quanto ‘esseri umani‘, siamo insieme PROGRAMMATI PER CERCARE L’AMORE...la cosa più preziosa.

Da un commento della settimana: ’Quando nasciamo sappiamo chiaramente cosa vogliamo, abbiamo la necessità di essere amati, cerchiamo l’amore, c’è dentro di noi l’amore. Ma poi cresciamo e tutto questo cambia…‘. ‘IL LIBRO DELL’AMORE è lungo e noioso, scritto tanto tempo fa. Ha dentro musica. Di fatto E’ IL POSTO DA CUI VIENE LA MUSICA. UNA PARTE E’ VERAMENTE ECCEZIONALE, UNA PARTE E’ PROPRIO INSULSA. E’ pieno di cose che tutti noi siamo troppo giovani per sapere...‘. Così continua la colonna sonora del Convegno, con la canzone ‘Book of Love’ di Peter Gabriel.

Da un commento di agosto [riduzione del testo integrale]: ’C’è sempre stata [in me] un’oscillazione d’amore e di odio verso di loro, e mai di profonda connessione. Nominando questa situazione, posso recuperare l’amore grande che ci sta sotto, un amore che ha portato sofferenza e inadeguatezza. Volevo portare in famiglia quel senso di amore connesso che non è mai stato esplicitato. Ricordando la mia storia con comprensione e compassione, posso finalmente arrivare al perdono per me e per gli altri. Come figlia sento di non essere mai stata allo scoperto con i miei genitori. Io a loro posso solo mostrare di star bene, si essere felice. Questo mi permette solo di stare in superficie, di non mostrarmi in tutta la verità del mio essere. Quando però questo avviene è miracoloso e va a sciogliere nodi decennali e forse anche di generazioni, e a ridare valore a ciascuno.‘

E quando andiamo a guardare nello SPAZIO PIU’ INTIMO DELL’AMORE? Come sono andate le cose nella galassia della sessualità? Abbiamo lasciato questo aspetto per ultimo, perché avevamo bisogno di acquisire elasticità ed allenamento a tuffarci in acque profonde, sapendo riemergere con la giusta tecnica di decompressione dei polmoni (si dice così ?). Addestramento ad alleggerire qualsiasi sensazione troppo piacevole o spiacevole, con il senso di umorismo che riporta velocemente equilibrio. Così è più agevole.



Monica Antonioli ci guiderà con naturalezza a percorrere la traccia dell’istinto di attrazione. ‘La sessualità è un’espressione potentissima di energia che, generando calore e movimento, permette l’avvicinamento degli opposti…è anche quell’energia che consente al polo maschile e al polo femminile…di accoppiarsi e fondersi…Che la nostra ENERGIA SESSUALE ci muova verso un uomo o una donna, o verso uno squisito piatto di pastasciutta, o che venga raffinata per servire un ideale sociale , o per aprirsi all’ispirazione artistica… essa GENERA ‘SPINTA VERSO’ , ovvero genera ATTRAZIONE. La domanda che ci poniamo oggi è: perché il fondamento…stesso dell’Amore, e di ogni atto creativo, è stato distorto e sfruttato , fino a diventare lo strumento attraverso il quale ognuno di noi infligge e subisce il più pesante condizionamento…?


Chiara Sozzi
Terapeuta delle Relazioni Familiari

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POST COLLEGATI:

Alle radici delle storie d'amore...la Vita

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Traccia della relazione del convegno
Sabato 31 ottobre 2009 - ore - 18.45 - Marina Traversi
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SOMMARIO

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Trovare il senso della relazione di coppia , vivere la famiglia come cammino spirituale dell’Anima alla ricerca dell’Unità. Nell’integrità di Corpo, Mente, Anima, Spirito, possiamo vivere le infinite possibilità dell’Amore, che per agire ha bisogno di noi , di tutto ciò che siamo ora e che siamo stati nelle generazioni che ci hanno preceduto.
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TRACCIA RELAZIONE
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L'Amore eterno e assoluto nella coppia si manifesta attraverso l'incontro di due Anime che si attraggono per armonizzare le comuni ferite ancestrali.
Quando l'Anima guarisce, uomo e donna sono pronti per vivere questo Amore solo se hanno la capacità di superare i limiti dell'ego, sentendo l'altro come una parte di sé.
Questa unione può essere vissuta nel piano del Sé Superiore, quando i due si aprono a questa consapevolezza.

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Perché ciò avvenga è necessario che uomo e donna abbiano curato le ferite nate nella relazione vissuta nei confronti delle figure primarie di riferimento, che sono i propri genitori. Quando non siamo stati amati in modo incondizionato, riportiamo la nostra ferita nelle dinamiche di coppia e proiettiamo nei confronti del nostro partner le aspettative deluse. Molto spesso viviamo ancora nel pensiero magico che l’altro possa compensare il nostro bisogno d’amore. In realtà nessuno può amarci se noi non troviamo questo amore in noi stessi.

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I problemi che si manifestano nella coppia, sono lo specchio di tutto ciò che non si è risolto generazione dopo generazione e che si manifesta in diverse forme di disagio fisico, psichico ed emotivo.

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Ciò che viviamo nell’incomprensione e nella difficoltà non è dovuto al fatto che il nostro partner non ci ami, ma alla necessità della nostra Anima di continuare il suo cammino verso la perfezione, verso la capacità di aprirsi ad un Amore sempre più grande, verso la possibilità di sintonizzarci nelle frequenze più elevate, sino ad arrivare all’Amore Divino.

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Questo Amore è una condizione che tutti possiamo vivere, quando ascoltiamo il movimento dell’Anima e accogliamo in noi ciò che la vita ci porta, lasciandoci guidare da lei che sa cos'e' importante per se stessa e per raggiungere un obiettivo così grande e immenso, senza più cercare di “controllare” gli eventi

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La paura più grande è quella di essere abbandonati. Ciò che ci permette di superare questa paura è sentire l’Amore in noi. Per evolvere non dobbiamo più attribuire agli altri la responsabilità della nostra felicità, ma diventare artefici di ciò che possiamo vivere nell’Amore.

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Solo quando abbiamo curato le ferite dell’infanzia e armonizzato le tematiche ancestrali disturbate nella nostra memoria psicogenetica, possiamo vivere nelle frequenze elevate che caratterizzano il piano dello Spirito.

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Quando vibriamo nella Dimensione Spirituale possiamo percepire anche nella materia, nel corpo fisico, un Amore totale che ci nutre e che ci permette di amare noi stessi e ogni altro nel rispetto della propria individualità e nella comprensione compassionevole dei nostri/suoi limiti.

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Viviamo nella capacità di accogliere noi e ogni altro noi, in ogni nuovo passo che ci porta nelle vita, in ogni direzione possibile, comprendendo che tutto ciò che stiamo vivendo è necessario per entrare nella piena consapevolezza di ciò che siamo.

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Comprendiamo di essere co-creatori della realtà che stiamo vivendo, sino a sentire che in ogni essere c’è la medesima Matrice Divina.

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Marina Traversi, Operatore Olistico, diplomata Process Acopressure Italia - Salò (BS) www.dalleradicincontroallavita.com

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Sessualità e unione intima: Una via di crescita, di gioia e d'amore

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Traccia della relazione del convegno
Sabato 31 ottobre 2009 - ore 18.00 - Monica Antonioli
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SOMMARIO
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Cosa è successo alla nostra sessualità? Sperimentiamo eccessi come la dipendenza sessuale o, al contrario, la presunta superiorità della mente o dello spirito rispetto al corpo . Ci siamo sconnessi dal piacere che nasce in modo naturale. La coppia ha oggi a disposizione strumenti per una crescita ‘a due ’ , che fa ritrovare i sani istinti naturali . Ciò porta a percepire l’unione sessuale come veicolo di un amore adulto, grande, che tutti cerchiamo.
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TRACCIA RELAZIONE
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Al contrario di quello che si pensa comunemente, il sesso è solo un aspetto, anche se fondamentale, di quella galassia energetico-biologica chiamata Sessualità. La sessualità è principalmente un'espressione potentissima di energia che , generando calore e movimento, permette l'avvicinamento degli opposti che vibrano sulla stessa frequenza . Essa è anche quell'energia che consente al polo maschile e al polo femminile di ogni manifestazione del creato, di accoppiarsi e fondersi e che da quella fusione ( proprio come nell'incontro tra l'ovulo e lo spermatozoo) possa avere origine la creazione e con essa una nuova creatura. Che la nostra energia sessuale ci muova verso un uomo o una donna o verso uno squisito piatto di pastasciutta o che venga raffinata per servire un'ideale sociale o per aprirsi all'ispirazione artistica o all'estasi mistica, essa genera "spinta verso" ovvero genera attrazione. I greci chiamavano questo fattore d'attrazione Eros. Noi lo chiamiamo Amore ed è per questo che a volte, senza neppure afferrarne il senso profondo, diciamo che l'Amore è quel qualcosa dal quale hanno avuto ed hanno origine tutte le cose. Ha origine la Vita.
La domanda che ci poniamo oggi è: perchè il fondamento energetico stesso dell'AMORE e di ogni atto creativo, è stato distorto e sfruttato fino a diventare lo strumento attraverso il quale ognuno di noi infligge e subisce il più pesante condizionamento in termini relazionali, sociali, politici, economici e religiosi? Proprio in questo momento intriso di sfide così cruciali per la felicità dell'essere umano, occorre essere onesti e sereni con noi stessi ed affrontare insieme questo punto forse scomodo ma cruciale: la maggior parte dei nostri nodi irrisolti soprattutto di tipo affettivo dunque di relazione, sono direttamente connessi al ristagno e all 'utilizzo distorto dell'energia sessuale. Può essere proprio la guarigione della sessualità , uno degli elementi fondamentali di un possibile rinascimento umano e planetario nel quale la famiglia continuerà ad avere un ruolo fondamentale? Se la risposta è sì, diventa naturale identificare nella COPPIA e nel suo tendere ad essere in sè Unità polarizzata, il sistema - guida di un processo di guarigione che vede nell'utilizzo sano, creativo - e non solo pro-creativo - della sessualità, il suo scopo principale. La coppia oggi può scegliere di risolvere se stessa e di far evolvere al suo interno l'individuo Uomo e l'individuo Donna, utilizzando alcuni strumenti semplici, naturali ma potenti capaci di ricondurci al senso primordiale e sacro del fondamentale potenziale di unione fornito dalla sessualità e da Eros: il sesso.
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Monica Antonioli - Formatore Umano. Ha creato la Scuola dell’Opera e del Servizio, per leader di Crescita Personale. Studiosa di simbologia archetipica (il complesso dei 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi) - Sesto Calende (VA)
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venerdì 16 ottobre 2009

Perchè attraiamo e ci sentiamo attratti? I legami d'amore - 2^ parte

IMMAGINE DI PARTECIPAZIONE/DIECI/1

Percorso di Preparazione al Convegno Doc_10_2
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E nella galassia della relazione primaria mamma bambino/a? La stessa cosa può essere detta delle relazioni con i genitori, con i figli. Nella relazione intima sessuale si riproducono le note imparate nella relazioni primarie. Non avendo acquisito la padronanza di un profondo rispetto ed amore per il movimento dell’energia dentro di noi, come avremmo potuto, come potremo viverli nel modulare il movimento dell’energia intorno a un neonato, ad un bambino, ad un figlio? A me sembra ancora così strano che a colpirci più in profondità con ferite , seppur inconsapevoli, debba essere stato, e ancora spesso sia, chi più ci ama, chi più amiamo. E lo stesso è ciò che noi abbiamo fatto, seppur senza volerlo. E’ la cosa più orribile da considerare, accogliere, amare nella nostra storia umana, vero ? Ci vuole un infinito amore anche solo per poterlo vedere. E quanto ce ne vuole per poterlo fermare, staccare, e poi accettare, perdonare, lasciar andare? C’è una canzone di guarigione, che Francesca Caruso ci canterà nella seconda giornata ‘Noi Figli-Noi Genitori’. La canzone ‘MAMA CRY’! (Chant of Pain), porta prima allo strappo del legame di attaccamento che ci sta distruggendo, poi, con un movimento di scioglimento e risalita a spirale della melodia, fa entrare nell’amore che si deve a se stessi e nella legittimazione di ciò che si ha bisogno di fare per recuperare integrità personale. La canzone nasce dalla consapevolezza che c’è più amore nello staccarsi dal modello malsano di relazione instaurato da un genitore (o da un partner sessuale?), che restare dentro ad una relazione che distorce l’amore nel senso colpa (o nell’umiliazione?). Se torno a respirare e a vivere, posso capire e perdonare l’errore di chi non sapeva come modellare l’amore con me figlia/figlio, come diceva il commento riportato.

Staccarsi significa legittimare il bisogno di tagliare un legame che toglie respiro vitale, autonomia. Ma non significa necessariamente chiudere. Nella sua relazione Marina Traversi ci farà percepire (con una comunicazione formulata in onde alfa) come sia possibile rimanere in modo protetto e vitale in relazioni in cui ABBIAMO ATTRATTO A NOI UN LEGAME D’AMORE IN CUI INCONTRIAMO UN VUOTO DI COMPRENSIONE E RICONOSCIMENTO. Comprensione ed accoglimento che siamo in grado di liberare in noi per noi stessi e per la persona con la quale siamo in relazione…dipende dal (nota bene!) potenziale d’amore che portiamo in noi. Può essere che attiriamo un partner poco comprensivo e rispettoso, perché abbiamo in noi così tanta possibilità di comprensione ed accoglimento per noi stessi e per l’altro, da poter sanare un conflitto di quel tipo (quindi…non siamo peggiori di altri, anzi!). Ognuno di noi ha sperimentato e sta sperimentando situazioni conflittuali nelle sue relazioni affettive (se è in grado di accorgersene). Forse in qualche modo Marina Traversi ci aiuterà a sentire amore, unità, pace, anche nelle dissonanze delle relazioni affettive e d’amore.
E’ la prospettiva di uno sguardo che nasce dall’amore per la vita, così come si presenta nelle sue sfaccettature quotidiane. In quelle pagine del ‘Libro dell’amore’ piene di cose veramente stupide, di cui le nostre giornate sono piene. E’ la MISSION di chi sente che ciò che più conta è essere amore ed unità, portare comprensione ed unificazione. Anche , e soprattutto, nella famiglia! E’ la prospettiva da cui guardano alla vita i BAMBINI INDACO E CRISTALLO delle ultime generazioni (anche se alcuni hanno già quaranta/cinquanta anni…o settanta) a cui Cristina Garavaglia accennerà , portando spunti e un’intuizione che arriva al cuore, su come ribaltare l’ottica in cui guardiamo a noi figli, ai nostri figli, ai BAMBINI (quei nuclei di coscienza limpida che ci sono dentro e fuori di noi) . Lo fanno In modo evidente da piccolissimi, perché ancora credono a ciò che sanno della vita (come diceva il primo commento ), poi forse con comportamenti silenziosi, a volte solo attraverso le loro resistenze, o con comportamenti autodistruttivi, nell’adolescenza, quando hanno perso la speranza di poter far capire agli ‘adulti’ ciò che conta. CI SEGNALANO LE MODALITA’ CONCRETE DI UN CAMBIO DI PROSPETTIVA. ‘All we need is Love’, sono i Beatles? Molla il controllo, smettila con il senso del dovere, con la serietà, con le manipolazioni, con i sensi di colpa! Tutto questo non ha nessun senso. Può arrivare a due anni con un ‘Amma atta! (=mamma basta, smettila di tormentarti e tormentare…). Abbiamo un’intelligenza consapevole per capire quello che stanno veramente dicendo? Vogliamo smettere di banalizzare ciò che dicono, riducendolo a comunicazioni sui bisogni materiali di accudimento o di attenzione su di sé? Vogliamo decodificare i messaggi con cui ci guidano, con cui noi avevamo provato a guidare alla PACIFICAZIONE? Parlerò della CHIAVE di intesa e dei CODICI per sciogliere la contrapposizione, che è evitabile, nella COMUNICAZIONE TRA FIGLI E GENITORI. Non dirò nulla in più rispetto a quello che tutti noi già sappiamo da sempre, da quando siamo nati. Cercherò di passare almeno qualcosa di quello che un neonato comunica con il suo essere, fin dai suoi primi i giorni di vita a chi sa raccogliere i messaggi dei suoi sguardi istantanei e delle sue comunicazioni senza parole ! Un AMORE GRANDE E TOTALE che non ha niente di ‘esclusivo’, perché raccoglie tutto e tutti intorno a sé, in un cerchio di unione.
Sentirsi INTEGRI , CON TUTTE E DUE LE PROPRIE META’. Arriviamo nella vita con questa carica di amore, che nutre. Poi partiamo in un cammino in cui andiamo a perderci.

Un commento chiave della settimana: ‘Anch’io mi sento così, ma a differenza di te ancora non ho smesso di cercare…Il mio gatto e un figlio non mi bastano. Cerco ancora l’amore che riempia…l’altra mia metà.‘

Lo sappiamo che ‘non fa evoluto’ dire che stiamo cercando amore che ci riempia. Dire che abbiamo una metà da riempire. Ma chi sinceramente non lo fa mai realmente? Nemmeno con il cibo? Nemmeno con…pratiche spirituali, o…aiutando saggiamente gli altri? L’ AUTENTICITA’ E’ IL VANTO DI QUESTO BLOG, DI QUESTO GRUPPO DI PREPARAZIONE AL CONVEGNO. Se prendiamo atto di quello che ci manca, sarà più facile essere ricettivi ad intuire una nostra vera via personale alla completezza.

Il dramma di Tristano ed Isotta era partito dalla ricerca della completezza attraverso l’amore. E ci ha evidenziato un percorso inefficace, che tutti noi del resto abbiamo prima o poi percorso, se ci siamo messi veramente in gioco. ‘Camminando per di qua, noi troveremo l’oro!‘ NOI TROVEREMO , mettendo il nostro pezzettino di verità sincera. Come abbiamo fatto , senza strafare, fin qui, con i documenti ed i commenti del blog. Portando ognuno di noi il nostro semplice contributo nel cerchio degli ARCANI (le sfaccettature del mistero della vita), metteremo insieme un puzzle di esperienze. Non le comunicheremo a voce, ma con la nostra partecipazione emozionale e di consapevolezza (come fanno i neonati).
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Nella seconda parte dello spettacolo della sera, DANZARCANA: L’AMORE ALL’ORIGINE DELL’AMORE, la compagnia degli Zelattori metterà in scena le radici del cerchio degli Arcani maggiori dei tarocchi. L’origine di tutto, l’1 , il mago, le carte 2 e 3, le due radici femminili che portano la padronanza nella dimensione dello spirito e della materia (la papessa e l’imperatrice), e i due corrispettivi maschili, il 4 e il 5 (l’imperatore e il papa). Il 6 (gli innamorati) mostrerà la spinta di unione tra le polarità. E tutti gli altri arcani? Sono derivati da loro, e scopriremo come…

E noi come viviamo le dissonanze, le incomprensioni in famiglia?

Come metabolizziamo le distorsioni nella comunicazione più intima dell’amore , la sessualità?

Quanto sappiamo ricordare i messaggi d’amore che mandavamo, o mandiamo ai nostri genitori, e riconoscere i messaggi di amore che ci trasmettono ora i figli di qualsiasi età, e del bambino ella bambina dentro di noi?

Chiara Sozzi

Terapeuta delle Relazioni Familiari

POST COLLEGATI:
  • ALLE RADICI DELLE STORIE D’AMORE…LA VITA, Relazione di Marina Traversi - sabato 31 ottobre, 1^ giornata, h. 19
  • LA CHIAVE DI INTESA NELLA COMUNICAZIONE: CODICI PER SCIOGLIERE LA CONTRAPPOSIZIONE TRA FIGLI E GENITORI, Relazione di Chiara Sozzi - Domenica 1 novembre, 2^ giornata, h.11
  • GLI OCCHI DEI BAMBINI, PORTE PER UN PARADIGMA DI VITA CHE E’ GIA ’ DENTRO DI NOI. LE GENERAZIONI INDACO, CRISTALLO…., Breve Intervento di Cristina Garavaglia - Domenica 1 novembre , 2^ giornata, h. 14.45
  • DANZARCANA: l’Amore all’origine dell’Amore – Sabato 31 ottobre h. 22, Spettacolo di Teatro Vivencial, con la compagnia degli Zelattori , Regia di Monica Antonioli
  • MAMA CRY! , Canzone di Francesca Caruso - Domenica 1 novembre, 2^ giornata, h.11.45
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lunedì 12 ottobre 2009

Amore esclusivo? No, grazie


Percorso di Preparazione al Convegno Doc_9
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Abbiamo visto quanto il mito di soffrire e MORIRE D’AMORE , ancora risuoni dentro di noi, attraverso la MATRICE DELLA COSCIENZA COLLETTIVA. Che sia sofferenza per un compagno o una compagna, o per l’amore che non sentiamo ricevuto e corrisposto da un genitore o da un figlio, negarlo o lottare contro questa sensazione distruttiva non è efficace. Sarà più facile incominciare ad uscire dalla predisposizione comune a soffrire per amore, quando l’avremo riconosciuta ed accettata come parte integrante di noi. Di NOI non di me. La nostra cultura si fonda sull’ideale di un dio che si fa uomo per morire...per amore. E che non può vivere relazioni d’amore coniugali, non può avere una famiglia... .

Quando coglieremo da dove viene il nostro essere pronti a soffrire per amore, mangiando la foglia sulla verità di questo nucleo di coscienza, sentiremo che noi, in effetti, vorremmo invece VIVERE per amore. E null’altro. L’averlo colto farà nascere una calma allegria nel cuore, una capacità di sorridere e cantare di questa gabbia che ora sappiamo vedere. (La ‘Canzone dell’amore capovolto’ è una canzone che, con l’allegria di un cuore che finalmente si sente libero di incominciare a VIVERE PER AMORE, canta ‘T’hanno fregato, t’han detto che l’acqua dev’esser del vicino! Sorridendo dell’inganno che ora scioglie. Questo cuore sveglio è capace, ora, di vedere il dramma come illusorio, e di sentire compassione per ciò che è stato)

Il segreto è che l’amore lo sentiamo sempre e comunque dentro di noi. Giusto? Che sia l’amore che noi sentiamo per qualcun altro, o che sentiamo rivolto a noi da qualcun altro. Che sia un amore che viene da dentro o fuori di noi…non importa così tanto da dove viene e dove va...è comunque un’energia che si muove dentro di noi. Cambia solo lo stimolo che la risveglia.

Da un Commento nel blog del 7 ottobre:
- L’acqua che bagna la pianta dell’amore deve venire dal tuo vicino. E se il vicino non ti dà acqua, muori. E’ TERRIBILE, ma vero. Ho sempre cercato l’amore fuori, dal compagno, dalle amiche, da mia madre, da mio padre, da mia sorella. Ho un’immagine di me seduta che aspetta che qualcuno le butti un tozzo di amore, di attenzione… quanta sofferenza. Poi con gli anni ho imparato a trovare quell’amore dentro di me, o attraverso la natura, o gli animali. Ma comunque una parte di me si sente ancora come un neonato, che ha bisogno del costante e continuo amore. E allora mi prendo in braccio. E’ bello però trovare qualcuno che ha voglia di accoglierti e abbracciarti e dire che andrà tutto bene. Quando accade arriva tanta gioia. Per anni ho detto a me stessa ‘Io non ho bisogno di nessuno’. Ora nella verità più profonda è ‘Ho bisogno di sentire che sono amata’. In passato per avere amore ho dato via me stessa. Ora voglio trovare un modo per amare, sentirmi amata, ma restare integra. -

E’ un condizionamento mentale legare la possibilità di sentire l’amore a situazioni predefinite socialmente (dalla matrice), omologate come situazioni in grado di farci sentire l’amore. Una di queste è quella dell’AMORE ESCLUSIVO.

Quando pensiamo all’AMORE ESCLUSIVO lo associamo a qualcosa di appagante, perché totale. Come una gigantesca tavola imbandita, TUTTA PER NOI. Nessuno ci può portar via niente...Come…il seno materno, ci ricorderebbe Giuliano Guerra? Forzàti in questo desiderio non cogliamo l’aridità della solitudine nel sederci a questa tavola senza condivisione. Da quando nasciamo siamo forzati a sentire la minaccia che qualcuno possa portarci via qualcosa. E’ il CODICE CONDIVISO del senso di gelosia. Un codice insensato. L’ho sentito dire anche di un gattino, nato e cresciuto in vicinanza fusiva costante con altri sei, accanto alla mamma…comune ‘è geloso’ quando è accorso a scambiare fusa e carezze, vedendo la sorellina farlo con me. La spinta primaria alla condivisione viene frenata e manipolata dai primi momenti di vita. ‘DEVE imparare a stare da solo’ detto di un neonato dopo cinque giorni che è uscito dalla fusione con la madre nell’utero!

Siamo educati a separarci, isolarci, a trasformare l’angoscia della distanza in una cinica sensazione di senso della realtà. La prima cosa a cui ci addestrano è a smettere di respirare lo scambio magnetico di amore con gli altri. Ci plastifichiamo.

E poi impariamo a cercare l’amore esclusivo. Che esclude! Tutti meno che una persona. L’altro/l’altra e io. Sentiamo un po’ di senso di soffocamento? Non rischieremo di pretendere/dare un po’ troppo a quell’unica persona? Nemmeno dio vuole un amore esclusivo da noi, non ci vieta di amare noi stessi, o gli altri. Perché una e una sola persona dovrebbe diventare ancor di più di un dio?

Da un commento nel blog dell’8 ottobre:
- Il mio ‘amore’ è focalizzato molto sull’amore madre–figlio, che soddisfa a pieno il mio cuore, colmandolo di sensazione di appagamento, e su quello cosmico che percepisco attorno a me, nel mio vivere in relazione con lo spirito. L’amore che condivido con il mio partner è una scelta di percorso assieme in armonia, accettazione l’uno dell’altra e con la consapevolezza del fatto che insieme camminiamo meglio. Quello per mio figlio a volte, purtroppo, conosce la paura della perdita, della gelosia, e mi spaventa rendermi conto che ho realmente ‘BISOGNO’ del suo amore. E’ la paura ad aver generato questo stato di cose, quando mi sono separata dal padre e ho ricevuto le sue minacce di portarmi via il bambino. Pur sapendo che erano prive di fondamento, è riuscito a farmi conoscere il senso di angoscia che nasce dal timore della perdita.
Credo che bisogna comunque vivere l’amore a 360° per godere a pieno della sua meraviglia, partendo dall’amore per noi stessi, a quello dei figli, del partner, delle persone care attorno a noi e contemporaneamente percepire costantemente quello divino. Allora il bisogno di amore sarà trasformato in piacere e ci sentiamo appagati sempre...–

Ed ecco Cristiana Vignoli, nell’intervento che farà nella seconda giornata del Convegno Noi figli, Noi genitori, col titolo ‘Famiglia: matrice di amore’.
- In greco antico la parola genos identificava la famiglia, ma anche la razza, la stirpe, la nascita, la genesi, ovvero l'origine. Questo ci aiuta comprendere come una Famiglia con dei figli è, e resterà sempre a livello energetico, una Famiglia, al di là della relazione di unione o di separazione che possono vivere i due genitori.
Bisogna trovare, nell'intricata foresta di emozioni, le risposte profonde ad alcune domande : cosa significano veramente le parole: Gioia, Armonia e Amore? Come siamo abituati ad amare e come, invece, potremmo amare? Cosa significa rispettare il Libero Arbitrio dei membri di una famiglia? Come si fa ad amare i figli senza essere ossessivi o possessivi? E ancora come possiamo amare, noi adulti, i nostri genitori e suoceri quando vediamo, oggettivamente, i loro "difetti" e i loro "sbagli"?
E come possiamo permetterci di accettare l'amore degli altri: amici, figli, coniuge, genitori, se noi stessi siamo imperfetti?

La questione è risolvibile se impariamo a conoscere l'essere umano nella sua completezza e nella sua evoluzione fisica, animica e spirituale. Imparare ad ascoltare l'amore, è possibile, richiede un po' di buona volontà, la stessa buona volontà che abbiamo già usato per imparare a leggere e a scrivere! –

E se la relazione d’amore tra i genitori si esaurisce? Cosa ci è successo se i nostri genitori hanno smesso di camminare insieme? Che si siano separati ufficialmente, o che abbiano continuato a vivere nella stessa casa, ma senza armonia e vicinanza profonda?

Colette Shama, Pediatra, in ‘La serenità della famiglia dopo la separazione dei genitori’ ci parlerà della sua esperienza personale di una coppia di genitori che ha percepito pieni d’amore, e di una separazione dal compagno che le ha lanciato la sfida a tenere vivo l’amore nel cuore dei figli, tanto da aiutarli a continuare a credere nella famiglia. Come si può fare?
- Essere onesti col bambino, non nascondere il proprio dolore, bensì comunicarlo, seppur nei modi adatti. Il giorno in cui il figlio vedrà nuovamente un sorriso sulle labbra di sua madre o di suo padre, dopo giorni di cupi pensieri, sarà un giorno bello. Insegnerete così ai vostri bambini come distinguere le emozioni vere, e insegnerete loro che il dolore non deve essere nascosto per farlo andar via, ma affrontato e superato.
Amare. Non accanirsi col compagno, nutrendo di cattiveria il proprio cuore e quello dei propri figli. Il figlio viene prima di te, prima della tua rabbia, del tuo dolore, del tuo egoismo. L’hai messo al mondo come atto d’amore. Il primo diritto che ha, è essere aiutato a credere nell’amore, altrimenti perde la cosa più importante del mondo. La crisi familiare è l’esame di questa fede nell’amore.
Cosa si ricava da tutto questo? Ancora amore. Vedere il proprio figlio che costruisce una propria famiglia nell’amore, che aspira a essere genitore: questo è l’esito di una crisi che sia stata affrontata con responsabilità e amore. Organizzazione, gestione familiare, compiti, calendari, educazione, scuola…sono tutti necessari, ma la luce fondante che i bambini ascoltano e di cui nutrono il loro futuro è amore. -

Gian Marco Bragadin ed Annamaria Bona, con il loro intervento ‘L’unione d’amore tra il Maschile e il Femminile archetipici-divini nei fatti oscurati nella Storia e nella Coscienza’ nella prima giornata del Convegno, ci porteranno a percorrere le tracce verso il nucleo di oscuramento della sorgente femminile dell’amore nella Storia ufficialmente riconosciuta come tale, e nella Coscienza collettiva. La depositaria di ciò che è l’amore stesso, la Dea, è stata a lungo nascosta alla percezione dei nostri occhi interiori. E’ strano allora che il modo in cui abbiamo percepito fin qui l’amore fosse totalmente distruttivo, fuori equilibrio? Capovolto?

‘La mente vede solo ciò che vuole vedere’ si afferma nel film Il Codice Da Vinci. Come vivere d’amore, come far scorrere l’amore totale, cosmico, nella relazione tra un uomo e una donna, tra un figlio e un genitore, un genitore e il figlio, nella piena consapevolezza della propria Realtà interiore, della Coscienza Superiore a cui siamo connessi? Come vivere l’amore in relazioni umane , senza costringere la grandezza della nostra Consapevolezza elevata (il Sé Superiore) in schemi di dipendenza bisognosa che ci porta a sminuire noi stessi? E’ mai possibile farlo?

L’esempio archetipico è sempre stato lì, davanti ai nostri occhi. Persone reali che ci sono riuscite pienamente, e hanno lasciato una traccia tangibile. Un uomo e una donna, almeno, per quanto fin qui sappiamo (e di quanti altri che ancora non sappiamo, magari?) passati dalle nostre parti in uno spazio tempo storico ben definito. Un Amore tra due Coscienze piene di livello elevato, una donna e un uomo, ben testimoniati dalle persone che li hanno conosciuti. Quando ritroviamo quelle tracce scopriamo che se ci sono riusciti loro, possiamo farlo anche noi. Qui, nelle relazioni d’amore attuali di tutti i tipi. ...Perfino in famiglia!
Così la Canzone Song for two, nel primo tempo dello spettacolo della sera, concluderà il secondo passaggio del percorso umano che abbiamo fatto nell’illusione che sia grandezza il soffrire per amore. La vita è semplicemente vivere in un sogno. L’amore è mettere altri dentro al proprio sogno, mentre il sole sorge e tramonta, e la vita ogni giorno ricomincia. Ma in questo scorrere il sentire del cuore è che semplicemente ‘OGNI COSA VA BENE QUANDO TU E IO SIAMO INSIEME’.

E nel salire l’ultimo gradino del percorso di scioglimento dell’illusione d’amore, la Canzone Higher Love, ci farà sentire l’emozione di un Amore che si sprigiona dentro, come senso di unione intima con il proprio nucleo di Coscienza d’Amore elevato. La personalità ordinaria gli parla (parla dentro di sé) e gli dice: ‘Tu sei la cosa migliore che ho incontrato in questo viaggio sulla Terra, sei la mia Vita, la mia Sopravvivenza. In te io affondo in un Oceano di Pace. Io credo che tu sei proprio al mio fianco, e sento che la nostra Unità è Ora. Così penso che valeva la pena provarci (a trovarti, toccando la sofferenza e superando l’illusione d’amore), perché sei ciò che io conosco come il mio Sé Superiore’.

Molti di noi avevano potuto sperimentare solo brevi flash di amore in famiglia. Per molti di noi anziché amore tra i genitori e dei genitori nei loro confronti, c’è stata chiusura, stanchezza, sfiducia dell’uno nell’altro, svalutazione reciproca, giudizio, che hanno generato rabbia, rancore, delusione. C’era certamente un amore a livello mentale e di adempimenti. C’era magari anche attaccamento affettivo, dipendenza, atteggiamento servizievole, ma non amore da un cuore che può permettersi di sentire e sperimentare l’unità interna dentro a se stesso e con gli altri.
Forse solo raramente in famiglia abbiamo sperimentato il fluire dell’emozione di cuore dell’amore. E non è stato sufficiente per interiorizzare com’è VIVERE DI AMORE CHE UNISCE, anziché escludere.


Si può risolverlo?
Come l’abbiamo risolto?

D.ssa Chiara Sozzi
Terapeuta delle Relazioni familiari

POST e LINK COLLEGATI (inseriti nella sezione PREPARAZIONE AL CONVEGNO):
- La canzone dell’Amore capovolto - Canzone - Parole e musica di Chiara Sozzi
- La serenità della famiglia dopo la separazione dei genitori, Colette Shama
- Famiglia: matrice d’amore, Cristiana Vignoli
- L’unione d’amore tra il maschile e il femminile archetipici-divini nei fatti oscurati della storia e nella nostra coscienza, Gian Marco Bragadin e Annamaria Bona
- Song for two (Canzone per due) - Canzone - Parole e musica di Luisella Laberenti
- Higher Love (Amore elevato) - Canzone - Parole e musica di Chiara Sozzi
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Family Playlist

Qui manca qualcosa…
Un convegno che si presenta anche come “Musica & Magia della Creazione” deve avere una colonna sonora.
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Quindi…musica maestre e maestri!

Non possiamo esimerci dal formare una piccola playlist di brani che si riferiscano alla famiglia. Quella canzone che magari ci risuona nella testa mentre entriamo e scriviamo in questo blog…

Perché non le indichiamo? Magari le ascolteremo nelle pause del Convegno, come sottofondo.

Parto io…
La mia canzone è riferita alla coppia. E’ un brano che trovo “pragmaticamente romantico”, nel senso di un sentimento che non si concede al sentimentalismo, anzi…parla anche della sana noia dell’amore, non solo del batticuore. Ammetto che sono di parte, perché per me Peter Gabriel ha una voce che rasenta l’ipnotismo.

Ecco quindi il mio contributo alla nostra playlist:
The Book of Love” di Peter Gabriel

Trovate musica e testo su YouTube

Progettazione/dodici/Stefano Pace
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La serenità della famiglia dopo la separazione dei genitori: un'esperienza di donna e madre

Scarica Pdf

Traccia della relazione del convegno
Domenica 01 novembre 2009 - ore 09.45 - Dr.ssa Colette Shama

Presentazione di Stefano Pace

Intervista di Chiara Sozzi alla Dr.ssa Colette Shama, Medico olistico, Specialista in Pediatria – Milano

SOMMARIO
Non c’è una ricetta per tenere l’integrità della famiglia quando subentra la separazione dei genitori. Una donna, un uomo, può imparare ad accogliere il dolore del fallimento. Può arrivare a credere ancora nella relazione e nella famiglia. Può liberare la forza in grado di mantenere per sé e per i figli la serenità che derivava dall’amore di una coppia che si è amata. Da una separazione può scaturire anche la possibilità di una famiglia bella e sana, anche se divisa.


Tutti noi sperimentiamo il baricentro di una famiglia, quel centro che la tiene unita e coesa. E a volte sperimentiamo come quel baricentro si sposti, inaspettatamente. Uno spostamento che lascia senza fiato perché sfalda quella coesione (forse solo illusoria) che si era faticosamente creata fra i componenti della famiglia. La sorda conflittualità che può annidarsi in una famiglia in crisi ha effetti di lungo termine sui bambini, i membri più sensibili e ricettivi della famiglia stessa. In un conflitto fra genitori che porti alla loro separazione, i bambini perdono i propri punti di riferimento. Tale perdita è dolorosa per dei i bambini educati ai valori della vicinanza, condivisione, unione.

Eppure…
Eppure un genitore sente di avere un’energia che deriva da un compito alto, da un viaggio da intraprendere per il bene dei loro figli. E che scopre essere per il bene di se stessa, di se stesso.
In questo viaggio che riporti la serenità nei nostri bambini, non ci sono ricette e suggerimenti pre-confezionati. Ci sono però piccoli accorgimenti pratici e un approccio generale che possono sostenere il bambino nel momento di una separazione:

  • Non creare la falsa illusione che tutto vada bene. Vivere le riunioni familiari e le celebrazioni natalizie, ad esempio, come una costrizione aggiunge solo una dose di ipocrisia e di illusoria serenità che fa ulteriormente soffrire il bambino
  • Essere onesti col bambino, non nascondere il proprio dolore, bensì comunicarlo, seppur nei modi adatti. Il giorno in cui il figlio vedrà nuovamente un sorriso sulle labbra di sua madre o di suo padre, dopo giorni di cupi pensieri, sarà un giorno bello. Insegnerete così ai vostri bambini come distinguere le emozioni vere e insegnerete loro che il dolore non deve essere nascosto per farlo andar via, ma affrontato e superato
  • Amare. Non accanirsi col compagno, nutrendo di cattiveria il proprio cuore e quello dei propri figli. Il figlio viene prima di te, prima della tua rabbia, del tuo dolore, del tuo egoismo. L’hai messo al mondo come atto d’amore. Il primo diritto che ha, è essere aiutato a credere nell’amore, altrimenti perde la cosa più importante del mondo. La crisi familiare è l’esame di questa fede nell’amore.


E dopo? Cosa fare dopo che l’acme della crisi è dietro le spalle e i due genitori vivono ormai vite separate? Non avere fretta. Non affrettarsi a entrare in una nuova storia sentimentale con la speranza che compensi o sostituisca agli occhi dei figli la precedente relazione. Il bambino ha bisogno di tempo per sanare le sue ferite. Non affrettate questo processo e, soprattutto, non confondere i ruoli. Un papà e una mamma sono unici e sono per sempre. Non hanno sostituti. Nuovi compagni sono benvenuti e nuovi amori possono aprirci alla vita, ma il punto di riferimento che è essere genitori non deve essere negato al figlio. Una mamma, bella o brutta, simpatica o odiosa, c’è già. Un papà affettuoso o freddo, partecipe o distante, c’è già. Confondere i ruoli aderendo superficialmente a un’idea troppo vaga di famiglia allargata ha come unico effetto la confusione nel bambino.

Cosa si ricava da tutto questo? Ancora amore. Vedere il proprio figlio che costruisce una propria famiglia nell’amore, che aspira a essere genitore: questo è l’esito di una crisi che sia stata affrontata con responsabilità e amore. Organizzazione, gestione familiare, compiti, calendari, educazione, scuola...sono tutti necessari, ma la luce fondante che i bambini ascoltano e di cui nutrono il loro futuro è amore.

Colette Shama
Medico olistico, Specialista in Pediatria - Milano

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Famiglia: matrice d'amore

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Traccia della relazione del Convegno
Sabato 31 ottobre 2009 - ore 14.00 - Cristiana Vignoli

SOMMARIO

L’amore dei genitori è una vibrazione che si imprime nelle cellule, nei pensieri, nel Dna dei figli. Trasmettere questo amore è possibile sia che i genitori stiano insieme, sia che vivano separati. Ora sarebbe possibile portare l’amore di noi figli–di noi genitori al rispetto del libero arbitrio. Si può arrivare a sentir fluire l’amore dentro di noi, indipendentemente dal comportamento dell’altro. Si possono imparare dei giochi che aiutano a trovare e mantenere la vibrazione di gioia nella vita in famiglia.


Indagare sul significato profondo della Famiglia è uno degli step fondamentali per risolvere quelle che oggi sembrano difficili problematiche da superare.

In greco antico la parola genos identificava la famiglia, ma anche la razza, la stirpe, la nascita, la genesi, ovvero l'origine. Questo ci aiuta comprendere come una Famiglia con dei figli è, e resterà sempre a livello energetico, una Famiglia, al di là della relazione di unione o di separazione che possono vivere i due genitori.
Allora una domanda sorge spontanea: ci si può separare in Amore?
Certo sembra un paradosso, eppure è possibile e nemmeno difficile. Così facendo la Famiglia, ovvero "la stirpe" che discenderà da quell'unione, potrà conoscere e vivere in Gioia e Armonia.
Per arrivare a questo bisogna trovare, nell'intricata foresta di emozioni, le risposte profonde ad alcune domande: cosa significano veramente le parole Gioia, Armonia e Amore? Come siamo abituati ad amare e come, invece, potremmo amare. Cosa significa rispettare il Libero Arbitrio dei membri di una famiglia? Come si fa ad amare i figli senza essere ossessivi o possessivi? E ancora come possiamo amare, noi adulti, i nostri genitori e suoceri quando vediamo, oggettivamente, i loro "difetti" e i loro "sbagli"?
E come possiamo permetterci di accettare l'amore degli altri: amici, figli, coniuge, genitori, se noi stessi siamo imperfetti?
La questione è facilmente risolvibile se impariamo a conoscere l'essere umano nella sua completezza e nella sua evoluzione fisica, animica e spirituale.
Fatto questo è semplice passare dal pensiero egoico ed egocentrico al pensiero cosmico; è facile sentire l'Amore fluire dentro di noi ed è facile sorridere con amore dei limiti, nostri ed altrui, nella consapevolezza che tutto fa parte di un piano ci crescita da noi voluto e approvato.
Un semplice esempio, per entrare nella dinamica del problema è il seguente.
Se una persona si ottura le orecchie e canta ad alta voce, mentre voi state parlando, è probabile che poi vi venga a dire: "non ho sentito nulla"...Così se una persona non sa come ascoltare e percepire l'Amore, è facile che poi venga a dirvi, o che pensi dentro di sé: "nessuno mi vuole bene, sono solo al mondo!"
Imparare ad ascoltare l'amore, è possibile, richiede un po' di buona volontà; la stessa buona volontà che abbiamo già usato per imparare a leggere e a scrive! Allo stesso modo possiamo imparare, con i semplici esercizi della SPIAN MECO, ad ascoltare l'amore, a respirarlo e a donarlo con Gioia.
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Cristiana Vignoli, Scrittrice, Sceneggiatrice, Regista. Ha ideato il metodo Spian Meco, per integrare le parti fisiche ed energetiche nella persona.
Presidente dell'Associazione Angolo di Paradiso
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lunedì 5 ottobre 2009

L'Unione d'Amore tra il maschile e il femminile archetipici-divini nei fatti oscurati della storia e nella coscienza

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Traccia della relazione del Convegno
Sabato 31 ottobre 2009 - ore 16.30 - G.Marco Bragadin e A.Maria Bona

SOMMARIO
Cosa succede se vengono individuate testimonianze dissonanti con alcune verità storiche che ci erano state imposte? Cosa cambia nella nostra Coscienza , se scopriamo che una donna come Maddalena di Magdala è stata occultata dalla storia per cancellarne l’identità di compagna dell’uomo riconosciuto come il Cristo? Come si rifletterebbe ora questa nuova visione nella nostra coscienza, che in passato era allineata all’imprinting di separazione tra maschile e femminile?

Intervento di Gian Marco Bragadin

L’intervento seguirà la traccia di ‘Codice da Vinci. Perché sì’. pubblicato in ‘L’eterna unione d’Amore’, Edizioni Melchisedek.

Intervento di Annamaria Bona

In tempi antichi il principio femminile era percepito come una forza cosmica fondamentale. Molti popoli credevano che il mondo fosse stato creato da una divinità femminile che la Dea aveva creato per partenogenesi e cioè senza influsso maschile.
Il potere generativo femminile è stato rappresentato nell’arte in civiltà di tutto il mondo, attraverso statue con seni, pancia e vulva molto pronunciati, come ad accentuarne la rilevanza per il culto. Questo si rifletteva poi, non solo in venerazione, ma influiva anche sulla vita sociale e sull’autorità politica.
Le prove archeologiche indicano che queste società, fondate sulla democrazia, sulla pace e sull’uguaglianza, furono sostituite gradualmente da stati dominati dagli uomini
in cui si svilupparono il lavoro, il commercio ma anche la guerra, i conflitti.
Il potere della Dea, della Grande Madre, diminuì fino alla completa distruzione, lasciando gradualmente spazio a divinità maschili. In alcuni casi il sesso delle divinità femminili fu semplicemente sostituito e presto il caratteristico potere benigno delle dee fu considerato malvagio, distruttivo, demoniaco.
L’immagine di una divinità maschile dominante si è riflessa così nel pensiero collettivo, distorcendo la realtà e sminuendo la controparte femminile.
All’inizio gli ebrei, come molti altri popoli antichi, veneravano sia un dio che una dea. Ci vollero secoli perché Geova diventasse la divinità principale in sostituzione della Dea Astarte. Quando i patriarchi ebrei riuscirono a distruggere il culto della Dea, il prestigio delle donne calò progressivamente.
La stessa storia si è ripetuta in tutte le culture. La distruzione della Dea si riflesse naturalmente anche nella vita sociale, politica e nell’autorità religiosa delle donne.
Le donne furono considerate esseri “incapaci di intendere e di volere” e affidate per questo alla sfera d'influenza dei propri padri e mariti.
Nel tempo, giungendo sino al Medioevo, tutto ciò che aveva legami con il culto della Dea fu distrutto completamente o giudicato atto di stregoneria. L’ottantacinque per cento delle persone condannate a morte dall’Inquisizione furono donne che avevano colpa di essere istruite. La categoria delle “streghe” comprendeva erboriste, levatrici, chiaroveggenti, zingare, e in generale tutte coloro che avevano un legame sospetto verso il mondo naturale. Erano accusate dalla chiesa di “non avere un’anima”, di essere lo strumento tentatore maligno per l’uomo e per questo degne di finire arse vive sul rogo...
La caccia alle streghe, che si svolse tra il XIII° e il XVII° secolo, causò la scomparsa dell’indipendenza femminile. Verso la fine del Rinascimento alla donna ormai era vietato anche avere un’istruzione, cosa che, all’inizio del Medioevo, era ancora concessa con la clausola, posta dalla chiesa, di entrare in convento.
Il matrimonio divenne l’unica alternativa socialmente accettabile per la donna e gradatamente fu considerato inconcepibile che il sesso femminile avesse mire intellettuali, se non addirittura pericoloso. Alla donna furono negati educazione e libertà e imposta silenziosa obbedienza al proprio marito.
La progressiva congiura contro il femminile si infiltrò in ogni meandro, persino nella scelta dell’uso dei calendari. Il Sole nel suo cammino annuale attraversa la fascia dell’Eclittica toccando 13 diverse costellazioni tra cui quella dell’Ofiokos (Ofiuco), che in greco significa: “colui che tiene in mano il serpente”, ricollegabile ad una dea femminile.
Il calendario lunare, usato dagli antichi Egizi, dai Celti, dagli Esseni, di 13 mesi, (13 lune) ciascuno composto di 28 giorni (rivoluzione lunare intorno alla Terra nel corso di un anno), è stato represso a favore del calendario solare, che prevedeva il culto per un dio maschile. Il numero 13 non a caso è stato osteggiato dalle religioni e considerato malefico. Il numero 13 infatti è associato alla sommossa di Lucifero.
Nello Zodiaco lunare non troviamo soltanto i 4 elementi della tradizione astrologica (terra, acqua, fuoco, aria) ma anche un quinto elemento: L’ETERE, elemento non visibile ma assolutamente tangibile.
Una lunga battaglia di liberazione femminile fu ingaggiata nella società occidentale e, queste reminescenze, si ripercuotono ancora oggi nella nostra società, dove non si è ancora raggiunta la piena parità. L’emancipazione ha portato la donna a realizzarsi nella società, creando però dicotomie all’interno di noi stessi e nella famiglia, a specchio di condizionamenti che vengono da molto lontano.
La società continua ad essere ad impostazione maschile. La donna, che si fa carico di impegni di lavoro, in realtà ha raddoppiato i suoi compiti. Spesso la donna è ostacolata nella propria carriera in quanto madre, oltre al conflitto che può sorgere in lei sdoppiandosi nei ruoli di genitrice e lavoratrice. Come non sentirsi divise interiormente?
I ruoli di responsabilità sono quasi sempre affidati all’uomo. Esistono chiare disparità di compensi. Come mediare il tutto?
Inoltre ogni giorno veniamo bombardati da messaggi subliminali, da parte dei media, dove appare una bella fanciulla in abiti succinti, come appendice di un prodotto di consumo o come oggetto piacevole in cui è il corpo (involucro) e non l’interiorità (spirito) a essere posta in luce. Il termine “velina” è stato inserito nel linguaggio comune. Ma rappresenta forse la donna media questa “velina”?
In tempi recenti il film il “Codice da Vinci”, tratto dal famoso romanzo, ha fatto riemergere antichi archetipi che si riflettono sul nostro inconscio. La coppia Divina non riflette altro che la coppia in Terra; gli opposti che devono fondersi per diventare UNO. “Così in alto, così in basso” ci ha tramandato il saggio Ermete Trismegisto.
La potenza mediatica ci ha dato l’opportunità per una doverosa analisi introspettiva.
Il Graal è l’antico simbolo della femminilità e il Santo Graal rappresenta la Dea, ma il potere della donna, considerato anticamente sacro, costituiva una minaccia per l’ascesa di una chiesa a predominio maschile. Di conseguenza il femminino sacro è stato demonizzato ed etichettato impuro.
Nel profondo della nostra psiche, sepolto da secoli, impedimenti, pregiudizi, vi è un alito di fermento, un risveglio. Siamo sradicati dal nostro vero Sé e abbiamo necessità di recuperare il Seme antico, la Verità.
Maria Maddalena rappresenta il simbolo archetipale del Femminino Sacro.
La prima persona alla quale Gesù apparse è stata vittima di una campagna di denigrazione durata 2000 anni e non è ancora terminata. Maddalena non fu mai una prostituta, anzi fu una donna ricca il cui supporto finanziario fu cruciale per il primo cristianesimo, ma la relazione speciale che lei aveva con Cristo portò risentimento tra i discepoli e come risultato si infangò la sua reputazione.
Gesù, come testimonia il Vangelo di Maddalena, che fa parte dei Vangeli Gnostici, Maddalena, l’Apostola degli Apostoli, riceve dal Maestro gli insegnamenti esoterici più segreti. A lei viene affidata una rivelazione speciale perchè Maddalena ha “occhi per vedere” con la Mente Superiore, al di là della fredda analisi concettuale. Gli Apostoli prestano attenzione, osservano, ma usano la razionalità della mente che offusca la Vera visione.
Necessita far luce su verità oscurate dal potere precostituito per ri-mettere il giusto ordine, affinché l’uomo riconquisti la sua parte femminile e la donna la sua parte maschile, in un equilibrio armonico androgino.
La storia ha ampiamente mostrato le sciagure che derivano dal comportamento umano mascolino; essa ha tentato di ripetutamente di soffocare l’immagine di Maddalena e ciò che lei simboleggia, ma questa trasmissione di memorie non può essere cancellata, né ora, né mai. Maddalena è stata solo ricacciata nell’inconscio, dove si è annidata profondamente, pronta a riaffiorare nei giusti tempi.
Separando i due aspetti si è condannato l’uno e si è esaltato l’altro, creando il conflitto e l’instabilità, che è sotto gli occhi di tutti.
Occorre ricontattare la propria energia femminile, la capacità creativa e intuitiva, di capire non attraverso la mente e la razionalità ma attraverso il Cuore, affinchè ci sia il giusto bilanciamento anche all’interno della coppia e di conseguenza nella famiglia e nella società.
Il femminile ama il maschile per il semplice fatto che è complementare. L’esempio della coppia divina (macrocosmo) trasmette a noi (microcosmo) il concetto di trascendenza degli opposti per arrivare all’UNO.
L’immagine del femminile non è solo oggetto di sessualità, o di piacere per gli uomini, ma è anche intelligenza e potere cosmico della forza vitale. Ricordiamo che il corpo di una donna è in grado di trasformare la materia, donando la vita.
E’ anche il ponte tra il conosciuto e lo sconosciuto, tra il mondo visibile e l’invisibile, come in passato le fu riconosciuto. E’ la saggezza che viene dal cuore, l’IO SENTO (luna) congiunta con l’IO SONO (sole).
Trovare il proprio femminile vuol dire trovare le proprie radici, ritrovare il legame con la Madre Terra, riprendere consapevolezza che l’Acqua e la Luna pulsano in armonia con la vita e con lo Spirito che le pervade.
Tutto è da ripensare in religione, in filosofia, nella società con “occhi di donna”. Siamo alla fine di un ciclo precessionale (25920 anni) che sarà orientato, non a caso, verso il femminile, verso l’armonia e l’equilibrio, verso lo Spirito. E’ importante recuperare la Verità insieme all’energia creatrice perché Dio, in quanto Creatore, non è solo Padre, ma anche Madre.
La Verità permetterà di riportare luce a questa società degenerata e priva dell’equilibrio mediatore femminile.
L’essere umano nella sua radice più profonda è androgino. Il concetto degli opposti, maschile e femminile, è chiamato a fondersi in una coppa unica, dove nessuno prevarica l’altro.
La via è circolare e ci riconduce verso la conoscenza del passato Il pianeta muta l’inclinazione del suo asse e noi mutiamo con esso. Ciò che è stato occultato riaffiorerà.
Cogliamo questa grande opportunità, che è il 2012, per riflettere.
Siamo disposti ad oltrepassare la soglia della piena Consapevolezza? Siamo disposti a lasciarci dietro il nostro vecchio mondo per entrare nel vuoto della nuova creazione dove tutte le cose sono possibili? Non c’è nulla da temere, perché il regno a cui dovremo accedere è una dimensione superiore, un nuovo livello di coscienza, un regno colmo di idee di collaborazione e forme pensiero in attesa di prendere vita nell’espressione fisica. Stiamo imparando ad attingere alla saggezza interiore racchiusa nel nostro cuore. Sempre più persone stanno lasciando andare vecchie limitate memorie profonde che le hanno tenute invischiate nell’illusione della terza dimensione. Adesso dobbiamo decidere se vogliamo lasciar andare la struttura e le restrizioni del nostro passato ed entrate in un futuro ignoto.
Cerchiamo di avere fede nel cambiamento. Avere Fede non è soltanto credere in qualcosa ma guardare dentro noi stessi.

Gian Marco Bragadin , Editore di Melchisedek edizioni, Autore di numerosi libri di saggezza e di ricerca esoterica – Milano www.melchisedek.it

Annamaria Bona , Scrittrice di libri per sensibilizzare al risveglio della consapevolezza. Ha focalizzato il suo lavoro sullo studio delle energie sottili e delle verità occultate – Bagni di lucca (Lu)
www.associazioneomsairam.it