venerdì 4 settembre 2009

Essere come piace a me, essere come piace a te. Cos'è l'amore?

Percorso di Preparazione al Convegno Doc_5


Dall’immagine iniziale delle energie maschile e femminile separate e totalmente distinte del documento 4, ora passiamo alla visione del loro incontro e della danza. Le energie simbolicamente si sposano. Chi ha realmente percepito nella ricerca interiore la realtà di queste energie, vi potrebbe dire che le cose stanno esattamente così. I nostri due lati stanno staticamente separati, arroccati su posizioni diverse (come nel Doc.4), oppure, come per magia, a volte si risvegliano alla possibilità di avvicinarsi, interagire, fondersi nella musicalità della vita che scorre. Quando accade è stupendo, ci si sente veramente bene!

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Come diventare consapevoli e registi della performance dei due lati di noi stessi ?

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Il primo passo è avere presente cosa accade in noi nelle relazioni d’amore. Che posizioni reciproche assumiamo nella relazione di coppia, o in quella tra figli e genitori, tra genitori e figli ? O anche nell’amicizia o nelle collaborazioni di lavoro … Solitamente le unioni nascono da un innamoramento. Con un nuovo partner, un nuovo figlio, una nuova amicizia od incontro sentiamo inizialmente sintonia e fusività: troviamo di avere tutto in comune, in un ‘tu e io siamo uguali, SIAMO UNA COSA SOLA’. Non abbiamo aspettative dall’altro, anzi sentiamo l’impulso spontaneo di compiacerlo, facendo ciò che gli fa piacere. Nel film di Woody Allen, il personaggio Zelig entra totalmente nella personalità dell’altro, fino ad assumerne istantaneamente le sembianze fisiche (si fa pure crescere la barba da rabbino!) Questa fase ha una durata variabile, e poi subentrano disillusioni, che lentamente o improvvisamente ci risvegliano a vedere le DIFFERENZE TRA ME E TE (in effetti le aspettative c’erano e come, erano solo messe in secondo piano). Ci accorgiamo che avevamo cancellato noi stessi in quel sogno di unione simbiotica. Decidiamo di riprendere i nostri spazi, i nostri gusti, la nostra vita, in una contrapposizione adolescenziale, che ci guida a differenziarci.

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Da qui in poi ogni posizione estrema, come ad esempio l’accondiscendenza totale, genera il boomerang di una reazione opposta successiva in noi, in cui pretendiamo la stessa cosa dall’altro. Viviamo in una alternanza schizofrenica che confonde coloro che amiamo. Che ci confonde, nelle persone che ci amano. Mi adora, no mi odia ! Nasce la sfiducia, la distanza. L’indifferenza ad atteggiamenti benevoli. ‘Tanto poi…’.

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E’ naturale e sano, ripercorre nell’amore le tappe di nascita e crescita di ogni cosa. Ma c’è un intoppo. Per assunto comune, quando entriamo nelle nostre differenze…PERDIAMO L’AMORE. Se diventiamo diversi siamo SEPARATI, scompare il sentimento di vicinanza-unione. Se non la penso come te, se non ho gli stessi gusti, significa che uno dei due ha ragione, e l’altro ha torto. Se uno dei due va bene com’è, l’altro non può esserlo altrettanto. E’ di nuovo lo schema o/o del principio maschile polarizzato (che ha portato alle estreme conseguenze i suoi modelli di comportamento in contrapposizione a quelli del femminile).

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E allora come si fa a vivere insieme armonicamente? Come si può volteggiare insieme intorno ad uno stesso centro, se abbiamo due corpi mossi da due diversi cuori, intenti, menti differenziate? Qual'è la conseguenza se siamo convinti che seguire quello che sento io, esclude che io possa fare, insieme a te, quello che senti tu? E se faremo cose diverse, nel rispetto reciproco, cosa resterà in comune? C’è ancora qualcosa che ci farà sentire uniti?

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L’assunto comune di base ‘LE DIFFERENZE SEPARANO’ genera la convinzione che per preservare la propria integrità c’è bisogno di lottare, contrapporsi, scontrarsi, e…farsi del male. Da qui l’unica opportunità di tenere in vita un amore è adeguarsi sempre, senza libertà, vitalità, potere personale, in modo da non guastare la sintonia. Siamo così convinti che questa sia la regola, che veramente percepiamo la relazione d’amore come obbligo a soffocare i nostri impulsi, pur di evitare il conflitto, oppure come palestra di guerra…Subisco o impongo? Sto in contatto con me stesso o rendo le mie sensazioni, sentimenti, emozioni delle veline trasparenti, che non si possono nemmeno percepire? Non so cosa mi piace, cosa voglio, perché se lo sapessi, dovrei costantemente litigare su tutto! E’ questa la posizione estrema messa in scena, al contrario di prima, da Zelig. E’ la realtà parossistica in cui sentiamo di doverci sempre contrapporre, per essere certi di preservare noi stessi. VOGLIO QUELLO CHE…TU NON VUOI !

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Lo schema della danza dei due lati di noi fa scaturire il modello di un e/e, reso possibile dalla semplice chiave della dimensione temporale. Non si possono fare contemporaneamente due cose diverse, è certo, ma si può farle entrambe, prima l’una , poi l’altra! Andiamo insieme a vedere il film che mi interessa e quello che interessa a te. Prima uno, poi l’altro. Un passo avanti/poi un passo indietro. Uno spostamento a destra/poi uno a sinistra. E/e, prima/poi è la regola dei lati di noi che danzano integrati. E’ una magia a cui non si pensa mai . Cosa rende ciechi ad una soluzione così semplice? La CONVINZIONE CHE NON SI PUO ’ trovare una soluzione che permetta di rendere felici e mantenere integri entrambi. ‘Vediamo solo le cose che pensiamo che esistano’ viene affermato nel Codice da Vinci. E tutti condividiamo la convinzione, contenuta nella matrice di pensiero umana, che non può esserci amore se siamo diversi. Molte vie di crescita spirituale delle antiche tradizioni, e, vicina nel tempo, quella dei nativi nord americani, (oltre che, sembra, di civiltà evolute extra planetarie) indicano di andare a scovare LA BUONA VIA DI MEZZO del pensiero maschile/femminile in un rapporto di equilibrio, che integra le differenze nel quadro più ampio che le diversità portano a vedere. La differenza amplia la visione. E compaiono sulla scena le emozioni tranquille ed equilibrate di una realtà che ha sciolto il senso del DRAMMA EMOZIONALE , proprio di una visione precedente di opposti in conflitto. E’ L’UNITA’ RAGGIUNTA CON L’INTEGRAZIONE, evoluta dall’infanzia dell’unione simbiotica indifferenziata.

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Il nostro scenario familiare quotidiano ci mostra spesso performance di ostilità manifesta o nascosta. In quante delle nostre famiglie prevale un senso di leggerezza, allegria DI TUTTI? Non ‘vale’ ovviamente l’allegria isolata di uno o dell’altro componente della famiglia, nell’indifferenza schizofrenica nei confronti della serietà o tristezza degli altri. Ciò che possiamo ‘vedere’ è la possibilità, di amare con un CUORE CHE HA SCIOLTO LA DISTRUTTIVITA’. Un cuore che impara a vedere l’illusorietà del senso di perdita dell’unione e dell’appartenenza. Il cuore liberato dalle convinzioni del maschie e del femminile polarizzati (separati) dissolve gradualmente la CONVINZIONE CHE SIA IMPOSSIBILE ESSERE FELICI INSIEME, perché prima o poi ci si fa del male e si distrugge la felicità dell’altro. Lo fa vincendo la sfida titanica di non credere più che accada, quando sembra che .. stia ‘veramente’ accadendo! Quel cuore scopre la compassione tenera che accoglie i limiti e le difficoltà propri, e anche quelli dell’altro. Quando il maschile e il femminile si avvicinano e danzano, si apre davanti agli occhi la percezione, strana all’inizio, che L’AMORE C’E’ IN ABBONDANZA E PER TUTTI. Come la libertà, come il potere personale per vivere la propria vita pienamente. L’amore della ‘via di mezzo’ negli atteggiamenti e nei sentimenti dà vita, perché ha il MODELLO DELL’UNITA’ NELL’INTEGRAZIONE DEL DIVERSO…e l’intelligenza di capire come mettere insieme quello che piace a me, con quello che piace a te!

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D.ssa Chiara Sozzi

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Terapeuta delle Relazioni Familiari



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2 commenti:

partecipazione/due/1 ha detto...

Cos'è l'amore???..ah..ah..bella domanda!! l'amore dal mio punto di vista non è principalmente quello relazione di coppia,l'amore è quello universale che unisce tutte le cose e ci rende un'uno col tutto.
Volendo parlare,invece,di relazioni sentimentale allora emergge il mio lato maschile (giusto per tornare al disscorso della dualità) perchè sicuramente non ho la classica visione romantica e oserei dire sdolcinata che molte donne hanno nei confronti della coppia.
per me la relazione inizia sopratutto dall'individuo ciò nel saper essere sè stessi anhe condividendo la propria vita con qualcuno,non credo nella simbioi,ciò nel diventare una cosa sola nel senso tradizionale del termine,noi siamo un tutt'uno in quanto anime di luce che condividono l'esistenza in questo cammino sulla terra e oltre ma ognuno deve anhe percorrere la sua strada con le proprie esperienze,errori ,insegnamenti ecc..
Quindi stare insieme significa rispettare la vita del patner con i suoi desideri e necessità,ma ovviamente significa anche crescere assieme sulla strada che riguarda la coppia,come se fossero due vita per ognuno,una individuale che riguarda il nostro cammino personale e l'altra comune,queste si fondo e si interscabiano durante l'esistenza.
L'armonia nella relazione per me è data dalla compatibilità ,nell'essere diversi ma conbaciando uno con l'altra.
nella mia sperienza personale ho avuto diversi patner simili a me per carattere ,mentalità,stile di vitaecc.. ma questo ha quasi sempre portato ad annullarci reciprocamente,quello che invece fà funzionare la mia attuale relazione è proprio la nostra diversità,non siamo poli opposti semplicemente due tasseli di puzzel che si incastrano,due piatti della stessa bilancia ed insieme troviamo l'equilibrio..L'amore??? quello è l'energia che si crea nell'incontro tra due anime compagne che come noi hanno capito che insieme possono dare il meglio di sè.
Ci sarebbe molto e molto altro da dire,magari lo faremo assieme...

Partecipazione/otto/1 ha detto...

Ho ricevuto la carta della GIUSTIZIA che ho sentito subito come eccessiva, troppo impegnativa, in qualche modo fuori luogo.
Arrivo da una ricapitolazione delle relazioni familiari improvvisa solitaria e dolorosissima. La vita ,gentilmente, me l'ha concessa in anteprima, prima dell'inizio del comvegno.
Il sentire più profondo è stato :
LA FAMIGLIA è UNA GABBIA DI MERDA.
In qualche modo è stato facile essere figlia, ovviamente colma di accuse nei confronti dei miei. Molto più difficile essere genitore e scoprire di essere dentro la GRANDE ILLUSIONE. IO SONO DIVERSA. Sono diversa da mia madre , sono diversa dalla mia famiglia.E invece no.
Il seme tossico velenoso della sfiducia, una sfiducia ancestrale, che arriva da mia nonna e poi da mia madre è passato fino a me , questo seme velenoso che dice:sono qui sola al mondo senza padre e senza Dio. Bene, questo seme è stato messo dentro di me e io l'ho passato a mio figlio.Con tutto quello che ne viene,vittimismo paura dolore rabbia, senso del dovere e fatica come alimento quotidiano. Ma la consapevolezza più dolorosa è che nell'essere genitore c'è una gabbia energetica che non vedi, non senti, non riconosci, questa è la gabbia di merda dove sei dentro e che passi con noncuranza come normalità a tuo figlio. Poi lo vedi che cresce e pensi, ma xche sta diventando così stronzo? xche i semi di veleno li dentro ce li ho messi io. E non me ne importa un fico secco di sapere che non poteva essere altrimenti. Mi sento avviluppata dentro ad un bozzolo di plastica, ogni tanto respiro, ma di fatto sono dentro alla plastica.Punto. Che ci faccio con la GIUSTIZIA, una carta che dice di verità, equilibrio, in assoluta armonia con le Leggi Cosmiche ? Ops, come si fa ?
p.s. scusate se sono fuori tema rispetto ai documenti, ma avevo bisogno di tirar fuori questo rospo.